Banche e Tlc trainano il mercato italiano della Bi

Lo sviluppo della business intelligence nel nostro Paese procede di buona lena. Stando a Idc, il valore del comparto raggiungerà alla fine dell’anno i 136 milioni di euro, con un incremento superiore al 15%. Cresce anche il peso delle Pmi

In Italia il mercato delle applicazioni di business intelligence gode di buona salute. Lo dimostrano, nello specifico, i ripetuti studi condotti dalla società di ricerche Idc, che a esso attribuiscono una dinamica al costante rialzo. La quale si riflette in una crescita senz’altro significativa, se è vero che il valore complessivo del comparto ha sfiorato, nel 2001, i 118 milioni di euro e quest’anno si avvia a raggiungere i 136, con un incremento superiore al 15%. «Un passo che il mercato – precisa Irene Rossi, analista di Idcdovrebbe mantenere anche in futuro, producendo, anzi, un’accelerazione, per approdare nel 2006 a quota 297 milioni di euro».
I settori che hanno mostrato particolare vivacità sono il bancario, le telecomunicazioni e, a seguire, il retail. Un comparto, quest’ultimo, atteso a rilanciare con forza sulla business intelligence, sia per l’esigenza di razionalizzare la gestione operativa sia per massimizzare le risorse e l’uso di informazioni che vengono acquisite quotidianamente in grandi quantità. Dal monitoraggio dei costi di inventario al controllo sulle attività svolte dagli addetti nei punti vendita, dall’esame delle performance rispetto ai budget all’individuazione delle frodi e alla prevenzione delle perdite, quanto mai importanti considerando la ridotta marginalità del business distributivo. «Senza dimenticare poi – aggiunge Rossi – la verifica della logistica, estesa all’intera supply chain, e l’analisi delle campagne di fidelizzazione». Quanto alle società di telecomunicazioni, a dare ulteriore impulso alla spesa in applicazioni di Bi dovrebbe essere la gestione dei nuovi servizi; in particolare, in relazione alla necessità di rispettare il service level agreement stabilito, per contratto, tra operatori e aziende clienti. E ancora, l’attività di customer management multicanale, su cui anche l’avvio dell’Umts non potrà che influire in maniera sensibile.
Nell’ambito del Government i progetti, oggi, vanno moltiplicandosi: «Il valore di questa spesa – sostiene Rossi – è destinato, nell’arco del prossimo biennio, a più che raddoppiare. Per quanto concerne, poi, i settori Sanità ed Educazione, che scontano un ritardo in buona parte dovuto alla stesse procedure organizzative, si prevede che la necessità di una sostanziale ridefinizione dei processi li porterà a breve a intraprendere la strada della business intelligence». Proseguono, intanto, gli investimenti nel comparto manufatturiero, che si colloca al secondo posto dietro al settore bancario, nella classifica per segmento di industry stilata con le proiezioni per il 2004.
Non solo le grandi imprese, ma anche quelle di minori dimensioni mostrano un crescente interesse per le soluzioni di Bi. Uno studio condotto di recente da Idc su un campione di un migliaio di aziende, attesta come le più piccole tra le Pmi considerate, quelle con un numero di dipendenti inferiore a 99, stiano colmando il consistente gap rispetto alle realtà più grandi. Dalla ricerca emerge che se oltre il 50% di queste ultime disponeva già di soluzioni di Bi o le aveva implementate nell’ultimo anno, ben il 38% delle prime poteva contare su tool già in uso o in fase di realizzazione.

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