La gestione di paghe e contributi è una delle aree a più alto tasso di esternalizzazione. I motivi sono presto detti: queste attività, infatti, sono piuttosto onerose per le medie e grandi aziende, specie se al loro interno sono costrette a tenere trac …
La gestione di paghe e contributi è una delle aree a più alto tasso di esternalizzazione. I motivi sono presto detti: queste attività, infatti, sono piuttosto onerose per le medie e grandi aziende, specie se al loro interno sono costrette a tenere traccia degli aggiornamenti di una pluralità di contratti nazionali di lavoro. Per contro, l’elaborazione di paghe e contributi è considerata una commodity che, però, richiede la predisposizione di un’infrastruttura e l’assunzione di personale ad hoc. Infrastruttura (server, connettività e software) che, spesso, deve essere tarata sui picchi di lavoro, che tipicamente si hanno intorno al 20/25 di ogni mese. Ecco perché «c’è molto margine per quelle realtà che sanno far bene queste attività – esordisce il direttore generale di Byte, Roberto Gamerro -. Noi siamo oramai interamente focalizzati sul business delle risorse umane, in quanto nel corso dell’anno abbiamo ceduto a Borsa Italiana tutte le attività non-core, legate alla gestione titoli».
Dei circa 1.000 clienti della società, quasi 800 utilizzano le sue applicazioni in modalità tradizionale (licenza), mentre 180 usufruiscono dei servizi di outsourcing, parziale o totale, la cui formula contrattuale è assimilabile alla cessione di un ramo d’azienda, con l’assunzione da parte di Byte dei dipendenti del cliente, che si occupano di paghe e stipendi.
«I nostri sistemi hanno in carico 2.200.000 persone tra Italia e Polonia – puntualizza Gamerro – e abbiamo acquisito 45 nuovi clienti solo nel corso del 2007, a riprova del fatto che questo è un mercato in crescita, nel quale intendiamo giocare un ruolo di primo piano».
La formula d’offerta del software a servizio (Saas) sembra particolarmente adatta alle incombenze legate all’amministrazione di presenze, paghe, budget e contributi. «Infatti sono oltre 50 i clienti gestiti con questa modalità – sostiene il direttore marketing, Armando Mantovani -. Particolarmente apprezzata è l’opportunità di processare le richieste in tempo quasi reale, a fronte di picchi della domanda, sfruttando la virtualizzazione della potenza di calcolo del nostro data center di Torino». «Il cliente si muove verso queste soluzioni inizialmente spinto da considerazioni di carattere puramente economico – conclude Gamerro -. Tuttavia, in seconda battuta si rende conto che l’opportunità di sollevarsi da queste incombenze e, soprattutto di risparmiare sull’infrastruttura It necessaria a supportarle, sono il beneficio più apprezzato».