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Auto senza conducente: cosa si sta muovendo

Ford ha sfidato le case automobilistiche, e insieme a loro Apple e Google, annunciando che entro il 2021 metterà in commercio veicoli che si guidano da soli.

Il motivo che spinge alla creazione delle auto senza conducente è rendere la guida più facile e sicura, riducendo la congestione del traffico. In più: le persone in età o ipovedenti non sarebbero costrette a rinunciare alla loro indipendenza.

Per fare il punto su cosa realmente ci attende ne parliamo con Gianluca Salvaneschi, Head of Strategic Business Development & IoT Southern & Central Europe di Orange Business Services, che da tempo sta analizzando la situazione del mercato per conto della sua azienda.

Nel 2009 Google ha iniziato a testare le sue auto senza conducente su una Toyota Prius modificata. Ora ha una flotta di auto per i test che include sia Suv Lexus modificati e prototipi di veicoli costruiti da zero, in fase di sperimentazione sulle autostrade negli Stati Uniti.

Gianluca Salvaneschi, Head of Strategic Business Development & IoT Southern & Central Europe di Orange Business Services
Gianluca Salvaneschi, Head of Strategic Business Development & IoT Southern & Central Europe di Orange Business Services

Di recente Apple ha investito 1 miliardo di dollari nella società cinese di ride sharing Didi Chuxing, e l’opinione è che questa mossa vada a rafforzare la sua strategia per le auto senza conducente. Apple ha sinora mantenuto un certo riserbo sui suoi piani, ma i funzionari del governo cinese hanno recentemente annunciato la bozza di una proposta che permetterebbe alle auto senza conducente di essere sulle strade principali del paese entro il 2020.

Apple non è l’unica azienda a investire pesantemente nel ride sharing. Alcuni mesi fa, General Motors ha annunciato l’intenzione di investire 500 milioni di dollari in Lyft per creare una rete integrata di veicoli autonomi disponibili on demand. Lyft ha già fatto piani per lanciare una flotta di taxi senza conducente in diverse città degli Stati Uniti.

Uber ha una partnership con Volvo per sviluppare auto senza conducente. È ormai questione di settimane prima che Uber lanci la versione pilota di un taxi che si guida da sé a Pittsburgh.

Anche le auto senza conducente di Ford sono specificamente rivolte a servizi di ride sharing come Uber e Lyft. I taxi senza conducente possono ovviamente ridurre i costi per le compagnie di taxi, in quanto il guidatore diventa superfluo. Il ride sharing consente anche di ampliare il mercato potenziale, tagliando il costo del possesso personale di un’auto.

Secondo Mark Fields, ceo di Ford, il prossimo decennio sarà definito dall’automazione dell’automobile, e i veicoli senza conducente avranno un impatto sulla società altrettanto significativo dell’introduzione della catena di montaggio di Ford 100 anni fa: «Ci siamo impegnati a mettere su strada un veicolo autonomo in grado di migliorare la sicurezza e risolvere sfide sociali e ambientali per milioni di persone, non solo per coloro che possono permettersi veicoli di lusso».

Nel frattempo Audi sta portando avanti lo sviluppo di Jack, il suo programma tecnologico di guida pilotata. Audi sta addestrando Jack a eseguire autonomamente tutte le manovre di guida necessarie su strada. La casa automobilistica progetta di includere entro la fine dell’anno una tecnologia nelle sue auto che permetterà ai guidatori di sapere quando i semafori stanno per scattare.

Per il Boston Consulting Group (Bcg) il crescente interesse dei consumatori nelle auto senza conducente potrebbe portare il settore a valere 42 miliardi di dollari entro il 2025. In un recente sondaggio di Bcg tra guidatori negli Stati Uniti, il 55% degli intervistati ha dichiarato di essere molto propenso ad acquistare un auto parzialmente self-drive entro i prossimi cinque anni, e il 44% ha detto che probabilmente acquisterà un’auto completamente autonoma nei prossimi 10 anni. BCG, tuttavia, si aspetta che il Giappone e l’Europa occidentale saranno i più rapidi ad adottare il self-drive, sulla base della loro esperienza con il cruise control adattivo.

Nella corsa a portare sulla strada auto senza conducente, i produttori di automobili stanno facendo acquisizioni o investimenti massicci in aziende tecnologiche.

Ford ha investito in Velodyne per produrre rapidamente in massa un sensore LiDAR automobilistico più economico e in Civil Maps, per sviluppare ulteriormente le capacità di mappatura 3D ad alta risoluzione.

Ha un accordo esclusivo con Nirenberg Neuroscience LLC per una piattaforma di visione della macchina in grado di navigare e riconoscere oggetti e ha acquisito SAIPS, società israeliana di apprendimento computerizzato e tramite visione per la sua competenza nel campo dell’intelligenza artificiale.

FCA ha unito le forze con una controllata di Google Alphabet per integrare computer sensori e software in una flotta di prova di minivan Chrysler senza conducente.

BMW lavora insieme a Intel e Mobileye per sviluppare veicoli autonomi. Il modello BMW iNEXT sarà la base per la strategia di guida autonoma del Gruppo BMW e imposterà le basi per flotte di veicoli completamente autonomi, su strada e per ride sharing.

Secondo il ceo di Intel, Brian Krzanich, «macchine altamente autonome e tutto ciò a cui si collegano richiederanno cervelli elettronici potenti e affidabili per renderle abbastanza intelligenti da affrontare il traffico ed evitare incidenti. La partnership tra BMW Group, Intel e Mobileye ci aiuterà a ottenere rapidamente risultati nella nostra visione di reinventare l’esperienza di guida».

I produttori di automobili e le aziende di tecnologia potranno anche stare facendo a gara per riuscire a portare le auto senza conducente su strada, ma ci dovranno essere modifiche alle leggi prima che possano circolare in città e sulle strade. Negli n Usa, per esempio, Google sta facendo attività di lobbying perché Stati e Governo Federale si muovano nel riconoscere le auto senza conducente.

Il Regno Unito, invece, è in prima linea. Il governo si è impegnato ad essere all’avanguardia della tecnologia automobilistica nel Discorso della Regina all’inizio di quest’anno, nell’ambito del Modern Transport Bill. La nuova legislazione comporterà che nel 2020 le auto senza conducente possano essere assicurate nel quadro delle politiche delle auto normali. I ministri dei trasporti degli Stati membri dell’UE hanno firmato la Dichiarazione di Amsterdam che delinea le misure da adottare per introdurre le auto senza conducente nella UE.

Le auto senza conducente potranno avere ancora della strada da fare, ma sono la prova su larga scala che siamo sulla buona strada per un mondo veramente connesso, grazie all’Internet of Things (IoT) che accelera il passo.

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