Assoprovider dice basta

Nuova lettera dei provider che se la prendono con l’Europa che non difende le Pmi e i ministri Stanca e Landolfi

I provider italiani non ne possono più. E dopo un paio di lettere aperte inviate al vecchio (Gasparri) e al nuovo ministro delle Comunicazioni (Landolfi) ci riprovano con i membri del parlamento italiano e gli europarlamentari.
Una decisione giustificata dal fatto che anche in Europa non sembra tiri una bella aria per le piccole e medie aziende del settore delle tlc a favore dei soliti colossi.
Ai parlamentari italiani ed europei Assoprovider chiede “un aiuto a sostenere la nostra analisi e a difendere le regole della concorrenza a livello italiano e/o europeo nel settore strategico delle telecomunicazioni”.
Sotto accusa c’è l’operato del ministro per l’Innovazione Lucio Stanca e di quello per le
Comunicazioni Maurizio Landolfi ma anche l’azione dell’europarlamentare dell’Udc Lorenzo Cesa e della commissaria alla Società dell’informazione, Viviane Reding che rischierebbero di colpire duramente i piccoli provider.

“Cari politici – scrivono i provider -, ricordate che il motto “piccolo è bello” non è una scelta di vita delle nostre nuove imprese; i nuovi imprenditori vogliono crescere, ma per crescere hanno bisogno della tutela dagli abusi, e se i politici questa tutela non la applicano, ma al contrario aiutano i potenti, la frittata è fatta”.
L’Italia e le tlc viste da Assoprovider
”In un paese in cui l’Autorità per le Comunicazioni dal giorno della sua istituzione e fino ad oggi, non ha lasciato alcun segno della sua esistenza per quanto riguarda la tutela dei competitor degli operatori Tlc tradizionali, favorendo così di fatto pesantemente questi ultimi, gli ampi spazi non coperti da tale Autorità sono rimasti saldamente in mano ai ministeri di settore, cioè in primis le Comunicazioni e l’Innovazione.
Dopo anni di dichiarazioni di liberalizzazione, gli operatori che prosperano sono i soliti grandi gruppi di sempre. Nel trasporto e sull’accesso, andando contro i trend tecnologici che chiedono l’apertura a tecnologie standard aperte e unlicensed, il solito cavo con su Adsl, in mano agli ex monopolisti , la fa in Italia da padrone, con cifre da quasi monopolio.
Quello che sta crescendo progressivamente è il numero di guasti tecnici in fase di installazione di nuove Adsl da parte di operatori concorrenti: poiché TelecomItalia possiede i cavi che raggiungono le case e gli uffici italiani, essa interviene nella installazione di nuove linee Adsl da parte degli operatori concorrenti, e escludendo un degrado tecnico di TelecomItalia, questo potrebbe essere un altro segnale nella direzione che TelecomItalia considera strategico il monopolio nelle linee Adsl, anche in vista della fornitura di contenuti al pubblico su rete Ip”
.

Il ministro Stanca
Il ministro, continua Assoprovider, ha preso una serie di provvedimenti (posta elettronica certificata, diritti d’autore e portale per il turismo) che in pratica elimineranno dai mercati dei servizi Internet centinaia di nuove imprese italiane delle Tlc, con i relativi posti di lavoro, favorendo quindi di fatto la grande impresa. Solo la regolamentazione della posta elettronica certificata (Pec), che fatta in questo modo secondo i piccoli provider non decollerà mai, porterà a una perdita di posti di lavoro stimata intorno alle 20.000 unità. “Stanca sembra volere varare provvedimenti che cercano di regolamentare dall’alto la Internet italiana.
In particolare sulla Pec i provider contestano la norma che prevede un capitale sociale minimo di un milione di euro per le aziende che vorranno offrire il servizio.

Il portale Scegli Italia
La Società Innovazione Italia, creata da Sviluppo Italia e dal Ministero per l’Innovazione e la Tecnologia di Stanca ha deciso di realizzare un portale dal nome Scegli Italia, con lo scopo di organizzare il turismo verso l’Italia su Internet, “interagendo e sistematizzando quanto già esiste”.

Mentre secondo l’associazione degli Isp non sarebbe sbagliata l’idea di una organizzazione a rete di tali portali dal basso, l’approccio di Innovazione Italia è quello di “organizzare dall’alto” un pezzo di Internet perfettamente funzionante così com’è; ciò, nella migliore delle ipotesi, si risolverà solo in uno spreco di denaro pubblico, mentre nella peggiore determinerà la creazione di enormi e ingiustificate aspettative da parte degli utenti che distorceranno comunque il mercato preesistente dei portali turistici privati, in attesa dell’arrivo improbabile di questo portalone.
“Nel mondo del turismo il governo potrebbe spendere le poche risorse per agevolare la definizione di un linguaggio comune (basato sull’Xml ed i webservices) e per creare incentivi verso quelle strutture che si adopereranno per mettere in linea tutte le informazioni in loro possesso in tempo reale”

La regolamentazione sulla larga banda wireless senza licenza
In questo caso ce n’è per l’Autorità delegata alla sorveglianza (Agcom) “che ha fatto tornare saldamente nelle mani dell’ex monopolista il mercato dell’accesso broad band (su Adsl), dopo una certa liberalizzazione nel dial up” ma soprattutto per il ministero delle Comunicazioni per il regolamento sul wi-fi.
Da due anni Assoprovider aspetta la regolamentazione dell’ultimo migli per il wireless fidelity. Nel frattempo il ministro è cambiato ma soprattutto “si susseguono dichiarazioni dei ministri delle Comunicazioni e ultimamente anche dell’Innovazione, che fanno identificare come un tutt’uno due tecnologie diverse come wi fi (pronta ad essere usata per il broad band in Italia) e wimax (di là da venire) e che in alcuni casi sostengono e prevedono di finanziare progetti in wi fi come se non esistessero gli ostacoli normativi da loro stessi posti (vedi Infratel, Sistema Pubblico di Connettività)”. Anche in questa missiva Assoprovider rinnova al neoministro Landolfi la richiesta di liberalizzare completamente l’impiego delle gamme di frequenze non protette dei 2,4 e dei 5 GHz per dare finalmente il via alla liberalizzazione anche fuori dagli edifici dopo che il precedente regolamento aveva regolamentato esclusivamente l’utilizzo indoor del Wi-fi.

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