Ormai è ufficiale: l’associazione Assoprovider, che raggruppa circa 200 tr a medi e piccoli Isp italiani, facendo proprio un recente ricorso di Adusbef, ha segnalato all’Autorità Garante della concorrenza e del mercato un presunto caso di …
Ormai è ufficiale: l’associazione Assoprovider, che raggruppa circa 200 tr
a
medi e piccoli Isp italiani, facendo proprio un recente ricorso di Adusbef,
ha segnalato all’Autorità Garante della concorrenza e del mercato un
presunto caso di pubblicità ingannevole operata da Tin, Infostrada e gli
altri maggiori provider italiani. In particolare, Assoprovider che,secondo
alcuni, rappresenta il vero e proprio "zoccolo duro" degli Isp, ha ritenuto
opportuno segnalare al Garante la mancanza di trasparenza che questi grossi
attori avrebbero posto in essere durante la campagna pubblicitaria di Adsl.
Per capirci di più, abbiamo intervistato G.Battista Frontera, consigliere
delegato di Assoprovider, il quale, fermi restando alcuni contenuti
ovviamente non pubblicizzabili della segnalazione, ne ha chiarito alcuni
punti chiave.
Assodato che il vostro esposto è ovviamente in fase istruttoria, può
indicarci le generalità della segnalazione?
La nostra segnalazione, prodotta con carattere di urgenza, focalizza
l’attenzione dell’Autorità garante per la concorrenza ed il mercato su due
aspetti: i listini del servizio Adsl, sia da parte di Telecom Italia, per
la parte wholesale, sia da parte degli Isp per le offerte agli utenti
finali, incluso Tin, e la parte strettamente legata alla qualità della
fornitura del servizio. Per quanto riguarda il primo punto, abbiamo
ritenuto opportuno segnalare che le pubblicità in argomento non hanno reso
noto che l’autorizzazione data a provider come Telecom a fornire il
servizio ha carattere temporaneo e che i prezzi non hanno regime
definitivo. Tradotto in termini pratici. Né gli Isp né i clienti finali
che
si rivolgono ai provider oggetto di segnalazione avrebbero la garanzia di
un prezzo stabile del servizio.
Dal punto di vista tecnico, quali sono i limiti reali dell’attuale
offerta Adsl?
Il rischio più grande è per l’utente finale, che è convinto di andare
"fast" o "power" su Internet, quando la tratta veloce è solo sino all’Isp
e
da qui, se quest’ultimo non ha le condizioni tecniche (banda capiente e di
qualità), si riprenderebbe a "uscire" attraverso un collo di bottiglia.
Anche questa circostanza, non è assolutamente chiara ai destinatari della
pubblicità, che corrono il rischio di effettuare investimenti errati, pres
i
dall’eccitazione dell’alta velocità di connessione.
Cosa dovrebbero modificare i provider segnalati perché la loro campagna
pubblicitaria non venga più segnalata come ingannevole?
Non molto, semplicemente essere chiari. L’informazione pubblicitaria
dovrebbe essere improntata sulla correttezza e la trasparenza, ovvero
dovrebbe evincersi in maniera chiara l’effettivo carattere del servizio,
che può sì consentire maggiori performance nella connettività su inter
net,
a patto che da parte del provider venga destinata opportuna banda internet
ad ogni connessione. Allo stato attuale non vi è alcuna garanzia.
Attualmente l’offerta Adsl dei vari provider da voi segnalata è
garantita da Service Level agreement?
Non abbiamo notizie in particolare; vista comunque la comunicazione
pubblicitaria, ritengo che non si possa pretendere troppo da un loro
contratto.
Che ritorno avrebbe assoprovider qualora l’esposto venisse accolto?
Il nostro obiettivo è uno, ovvero raggiungere un equilibrio certo nelle
condizioni di fornitura del servizio di Adsl, in modo tale da poter
garantire anche agli Isp da noi rappresentati di poter reggere il mercato.
Quali sono le motivazioni per cui Assoprovider ha deciso di far suo
l’esposto?
Da questo punto di vista, c’è in primo luogo la tutela dell’utente finale,
che attualmente si trova in un "quasi Far West" caratterizzato da mode
quali il free-Internet . Noi cerchiamo di evitargli questo ulteriore
smacco. Ed è proprio per questo che abbiamo accolto la "querelle"
dell’Adusbef. Per quanto riguarda la tutela degli associati, desidero
ribadire il concetto esposto prima: l’obiettivo è di mantenere le
opportunità di mercato anche per i piccoli e medi Isp. Non si cancella una
categoria che ha creduto in internet rendendola fruibile anni prima che il
mezzo fosse sotto il mirino dei grossi capitali e che a tutt’oggi fornisce
un servizio che di fatto assume la qualità di un servizio pubblico, con
garanzie sia dal punto di vista della libertà d’informazione, sia dal punt
o
di vista della concorrenza.
In attesa delle repliche dei diretti interessati, i nostri lettori possono
approfondire gli argomenti, consultando le Url
http://www.agcom.it/comunicati/cs_260100.htm
http://www.telecomitalia.it/internet/listino_isp.it.shtml e, naturalmente,
il sito di assoprovider, http://www.assoprovider.net/.