Assinform: Piccoli segnali di crescita per l’It

Anche quest’anno difficoltà nel confronto con gli altri paesi, se pure con un ritorno alla crescita per It, Ict e servizi.

In occasione del rilascio del Rapporto Assinform 2006 sull’andamento dell’Ict nazionale nello scorso anno, Giancarlo Capitani, responsabile di Net Consulting, non ha potuto evitare di affermare che l’Italia si posiziona anche quest’anno piuttosto male nel confronto con gli altri paesi europei.

Riprendendo dati che in parte erano già stati anticipati in marzo, dopo aver ricordato che nel 2005 l’Ict mondiale è cresciuta del 6,1% a fronte di un Pil che è stato del 4,3%, Capitani ha osservato che il trend del nostro paese rimane decisamente sottodimensionato per quanto riguarda l’It, ritornata però a crescere, anche se di poco (+0,9%, pari a 19,5 miliardi di euro), mentre le Tlc continuano a essere l’area più trainante (+3%, per complessivi 43,1 miliardi) e in linea con la media europea.

Venendo ad analizzare i risultati relativi al primo trimestre 2006, Capitani ha sottolineato che la crescita è allineata con quella dello scorso anno (+0,9% per l’It e +4,9% per le Tlc, per un totale di 15,408 miliardi di euro), ma si è detto convinto che a fine 2006 l’It dovrebbe arrivare a un +1,2%.

I servizi hanno invertito il trend negativo e sono saliti a un +0,4% (contro un -0,4% del pari periodo del 2005) a testimonianza che c’è un riavvio dei progetti e delle tariffe professionali. Si conferma anche la vitalità dell’hardware e in particolare dei pc, che hanno superato il milione di unità (+12,5%), al cui interno ormai i notebook (+20,5% e 517.000 unità) hanno battuto le vendite dei desktop (fermi a una crescita del 5,6%).

In ambito Tlc, pari a 10,790 miliardi di euro, si conferma tre le aree più in fermento quella dei servizi di rete mobile (+10%), anche se in misura inferiore rispetto al primo trimestre del 2005 (+13,8%).

Date queste premesse, quali sono, dunque, gli scenari evolutivi?

Sul breve periodo, come ha osservato Capitani, va rimarcato che ci troviamo in un paese che presenta una scarsa propensione agli investimenti, ma ci sono anche dei segnali che dicono che sta cambiando l’uso e la percezione dell’It nelle imprese, che stanno adottando nuove tecnologie all’interno dei processi per realizzare architetture molto più complesse.

Inoltre, all’interno della Pubblica amministrazione ci sono segnali che evidenziano come si stia cercando di accelerare il processo di trasformazione, partendo dal ridisegno dei processi e degli skill.

L’impegno è quello di integrare tra loro i processi, introdurre strumenti di controllo di gestione e fornire servizi online alle imprese e ai cittadini.

Capitani ha ancora una volta ricordato come il consumatore sia uno dei maggiori driver del mercato digitale, in quanto sta abituandosi a usare le tecnologie per la vita privata e quindi questo approccio tende a trasferirlo anche nel lavoro e nel rapporto con la Pa. Ma, per trasformare queste tendenze in fatti concreti, occorre più coraggio da parte delle imprese e della Pubblica amministrazione nell’adottare le nuove tecnologie.

Ma anche il Governo dovrebbe promuovere progetti per il paese, incominciando a costruire partendo dalle realtà locali, creando cabine di regia che siano in grado di supportare l’innovazione e in generale cercando di fare più sistema paese.
In sintesi, creare un ecosistema dell’innovazione, attivando sinergie tra soggetti innovatori e creando condizioni per trattenere e attrarre talenti.
In tutto questo devono essere coinvolti Ict vendor e imprese locali, i centri di ricerca e le Università, con l’obiettivo di creare una knowledge economy.

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