Assinform: l’Ict e le Pmi

Il rapporto dell’associazione dei produttori di Information and communication technology sul rapporto con le piccole e medie imprese

1 giugno 2004 Come di consueto Assinform, l’associazione delle aziende del mondo Ict, ha pubblicato il suo rapporto annuale. Di seguito trovate un riassunto della parte dedicata alle Pmi.

La struttura del settore

In Italia, come è noto, il tessuto produttivo formato dalle imprese è particolarmente frammentato. Secondo i dati definitivi relativi al censimento del 2001, presentati dall’Istat nel marzo 2004, sul territorio nazionale operano 4.083.966 imprese; di queste, oltre il 95% conta meno di 10 addetti.

Le imprese con una struttura organizzativa di una certa complessità non raggiungono il 2% del totale; quelle con oltre 20 addetti sono meno di 75 mila. La dimensione media delle imprese italiane è di 3,8 addetti; questo dato è il più basso tra quelli rilevati nei principali paesi europei, compresi Spagna e Portogallo. In Italia le imprese con meno di 10 addetti occupano poco meno del 50% degli addetti totali, ma realizzano solo il 30% del fatturato e il 33% del valore aggiunto complessivi.

La spesa informatica delle Pmi

Gli acquisti di prodotti e servizi informatici da parte delle Pmi nel 2003 risentono del generale clima di sfiducia del mercato. Tuttavia, cresce presso tutte le imprese, e non solo quelle di grandi dimensioni, la consapevolezza del valore dell’investimento It. Secondo uno studio condotto da Unioncamere, nel 2003 in media il 33% delle imprese ha effettuato investimenti in informatica; per le piccole imprese questa percentuale scende al 25%, ma per le imprese di medie dimensioni sale al 48%. Un’indicazione incoraggiante proviene dalla constatazione che tra le piccole aziende è particolarmente elevata la quota di quelle che hanno aumentato il volume degli investimenti.
La spesa It risulta comunque calante in tutte le categorie di imprese; nel 2003 la flessione appare maggiore nelle piccole strutture, che peraltro ridimensionano la variazione negativa registrata l’anno precedente, a differenza di quanto si verifica nelle medie e grandi imprese, che nel 2003 accentuano la contrazione degli investimenti.
In termini di composizione della spesa informatica, cresce la quota rappresentata dalle grandi e medie aziende, mentre cala decisamente la parte delle piccole imprese, che scivola dal 19,6% nel 2001 al 18,7% nel 2003. Complessivamente il settore delle Pmi rappresenta il 42% del mercato informatico nazionale.

Diffusione e impiego degli strumenti informatici
Secondo le rilevazioni effettuate da Assinform/NetConsulting alla fine del 2003 il 69,9% delle Pmi disponeva di una soluzione Erp o gestionale. Le aziende di medie dimensioni, dove queste applicazioni sono già abbastanza diffuse, si stanno indirizzando verso soluzioni di extended Erp, spesso con ampliamento verso moduli di Crm, Scm e business intelligence, preferibilmente adattate al settore verticale di appartenenza. Nelle piccole aziende si assiste, invece, ad un lento, ma progressivo processo di sostituzione delle applicazioni gestionali con soluzioni Erp.
Tra le altre applicazioni sono da annoverare: soluzioni per ottimizzare i processi connessi alla gestione delle informazioni, da trattare e considerare come filiera di attività e prodotti (soprattutto nelle medie imprese); applicazioni di storage per l’archiviazione e l’immagazzinamento dei dati; soluzioni di document management o portali per il reperimento e la condivisione delle informazioni con gli utenti; sistemi di sicurezza, per la salvaguardia e l’integrità dei dati gestiti e processati. Nelle piccole aziende gli investimenti in prevalenza si limitano a firewall e antivirus, mentre nelle medie imprese si tende ad implementare vere e proprie politiche per la sicurezza.

Sul piano delle infrastrutture, le Pmi stanno avviando processi di consolidamento e razionalizzazione del parco hardware per ridurre in primo luogo la complessità dei sistemi, ma anche i costi di gestione. Anche a motivo dei problemi creati dalla complessità dei sistemi, il processo di razionalizzazione si accompagna a un crescente ricorso all’outsourcing: nel 2003 circa il 25% delle Pmi ricorre o intende ricorrere a servizi di questo tipo.
In generale, nelle Pmi si notano segnali, ancora deboli, che testimoniano una maggiore maturità nell’impiego delle tecnologie informatiche: ricorso a soluzioni pacchettizzate standard, a scapito delle soluzioni sviluppate ad hoc o in house; approccio più sistematico e documentato a supporto delle scelte d’acquisto di prodotti e servizi It; condivisione delle scelte di investimento It (o quanto meno dei requisiti funzionali) con i responsabili delle funzioni aziendali interessate, sebbene con processi decisionali ancora molto semplificati e accentrati sui vertici aziendali e sui responsabili dei sistemi informativi; maggiore attenzione al concetto di impresa estesa, anche attraverso il ricorso a soluzioni che migliorano l’interoperabilità interaziendale, con investimenti sulle soluzioni per la comunicazione attraverso il Web e per lo sviluppo di piattaforme intranet e extranet.

Le Pmi e i fornitori di informatica

Il rapporto delle Pmi con i fornitori di informatica si presenta nettamente distinto a seconda che si tratti di piccole o di medie aziende. Le prime tendono a privilegiare un approccio incentrato sul prezzo, sulla semplicità d’uso dei prodotti, sulla relazione diretta con gli operatori locali. Le medie imprese, invece, tendono ad acquistare per soluzioni o per progetti: cercano quindi fornitori che siano in grado non solo di fornire applicazione standard, ma anche di consigliare e realizzare adattamenti specifici in funzione della realtà aziendale e delle caratteristiche del settore di appartenenza.
Emerge chiaramente, però, che ormai non ha più senso parlare di un unico mercato informatico delle Pmi. Lo hanno compreso bene i fornitori, che ora stanno cercando di differenziare il modello di offerta e trattano i piccoli e i medi utenti come due realtà distinte. Risulta così crescente l’impegno dei fornitori per segmentare l’utenza per settori omogenei e quindi sviluppare competenze verticali; ingegnerizzare le soluzioni, con l’obiettivo di definire problematiche comuni e individuare le best practice da veicolare al mercato; differenziare il linguaggio e l’approccio nei contatti con i clienti, adattandoli ai diversi interlocutori. Nelle medie imprese è probabile che i fornitori debbano incontrare i responsabili dell’area It e i direttori di funzione, mentre nelle piccole imprese il rapporto normalmente si svolge con interlocutori che non hanno competenze specialistiche o informatiche.

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