Home Prodotti Sicurezza Assicurarsi contro i cyber risk, i cinque passaggi fondamentali

Assicurarsi contro i cyber risk, i cinque passaggi fondamentali

Oggi nelle aziende i cyber risk sono andati ben oltre i data breach e le preoccupazioni per la privacy, elaborando schemi sofisticati che possono mettere in ginocchio intere aziende, causando perdite economiche spesso difficili da sostenere.

Lo sostiene Alice Campani, Underwriter Cyber di Victor Insurance Italia, parte della più grande realtà globale di Managing General Underwriting.

Dal rischio, dice Campani, non sono esenti liberi professionisti e piccole e medie imprese, che rappresentano un’importante fetta dell’economia italiana: anzi, le perdite legate ad attacchi informatici possono potenzialmente avere un impatto ancora maggiore sulle realtà a fatturato più basso.

Alice Campani, Underwriter Cyber di Victor Insurance Italia

Ecco perchè per le aziende di ogni dimensione e settore è arrivato il momento di sviluppare un piano concreto per affrontare i cyber risk, che secondo Campani non può  prescindere da cinque passaggi fondamentali.

Creare una solida cultura aziendale

Investire nella formazione, costruendo, a livello organizzativo, una forte cultura aziendale in materia di sicurezza informatica, definendo standard chiari e condivisi per la governance, la responsabilità, le risorse e le azioni da mettere in pratica.

Quantificare il valore economico del cyber risk

Disporre di un calcolo preciso dell’ammontare, in termini economici, dei potenziali danni legati ad attacchi informatici permette di prendere decisioni più informate in merito all’allocazione del capitale, di misurare efficacemente le performance e, in definitiva, di inquadrare il rischio informatico con gli stessi parametri degli altri rischi aziendali.

Considerare il rischio insito in ogni tecnologia

È fondamentale valutare le implicazioni, a livello di sicurezza informatica, che qualsiasi tecnologia porta con sé, considerandole in un processo continuo e tenendole sotto controllo, con lungimiranza, attraverso l’intero ciclo di vita della tecnologia stessa.

Essere consapevoli che nessuno vince da solo

Il rischio non è solo interno all’azienda, ma corre lungo tutta la catena di partner e fornitori: va quindi gestito con un’attenzione collettiva, riconoscendo la necessità di fiducia e di standard di sicurezza che accomunano l’intera rete. Inoltre, è importante promuovere e sostenere partnership a livello pubblico/privato su questioni critiche legate al rischio informatico, così da garantire all’intero settore di riferimento una maggiore protezione e condivisione delle best practice.

Dotarsi di un supporto assicurativo

Ultimo, non per importanza: per le aziende è essenziale poter contare su una solida polizza Cyber a tutela dei rischi informatici e dalle conseguenze che questi possono avere, come eventuali perdite di profitto legate all’interruzione delle attività, falle nella sicurezza della rete ed errore umano.

Ad esempio, spiega Campani, la polizza cyber di Victor Insurance Italia permette ai broker di garantire ai propri clienti, come  aziende di piccole e medie dimensioni, professionisti, studi, associazioni, una copertura relativa a perdita e ripristino di dati (compresi decontaminazione e recupero) servizi di Incident Response e costi investigativi, con il supporto di una linea diretta attiva 24/7, costi derivanti da ritardo o interruzione in caso di business interruption; spese legali, ivi comprese quelle per far valere le penali contrattuali.

 

1 COMMENTO

  1. Rilancio dell’economia italiana: creare Valore.
    Considerazioni
    ▪ L’internazionalizzazione delle imprese costituisce uno degli obiettivi prioritari per la crescita, anche sociale; per crescere bisogna produrre di più; per produrre di più bisogna vendere di più ai mercati esteri ad alto valore commerciale. È fondamentale che le esportazioni siano strutturate per penetrare i Mercati esteri al fine di creare valore e che le imprese condividano obiettivi e risorse per adeguarsi alle trasformazioni in atto nel mondo del commercio (nuovi e diversi modi di vendita e servizi; nel presente-futuro i mercati ad alto valore commerciale richiedono l’insieme di settori e marche). Germania e Spagna hanno intrapreso il percorso di sviluppo nel 2007.
    ▪ L’aumento dell’instabilità economica e le tecnologie digitali hanno diffuso nuovi strumenti per la crescita, la «condivisione sostenibile», che mira all’Insieme di risorse nell’ambito di una Piattaforma Imprenditoriale (Rete Evoluta) ad alti contenuti valoriali basata su centralità dell’obiettivo, ampliamento dell’offerta, ottimizzazione delle risorse, flessibilità; erogazione di managerialità e servizi capaci di irradiare modalità connettive e collaborative fra Soggetti legati da una filosofia di economia condivisa e da un obiettivo prioritario.
    ▪ Studi hanno dimostrato che l’internazionalizzazione proattiva rafforza la crescita strutturale aumentando competitività e redditività consentendo lo sviluppo delle Aziende nei mercati globali. È noto che l’economia reale basa la sua solidità sulla produzione.
    Quadro di riferimento
    ▪ La crescita delle PMI “Made in Italy” è una scelta strategica fondamentale per il rilancio dell’economia italiana. Dipendono ancora dal mercato interno, realizzano l’80% circa del PIL italiano, rappresentano complessivamente circa il 90% delle imprese attive, spesso escludono la leva dell’export nei Paesi lontani ad alto valore commerciale a causa di ridotta massa critica, mini-dimensione, ridotte disponibilità finanziarie per l’accesso all’innovazione, zero economie di scala, scarsa managerialità, scarsa conoscenza. Nel 2017 le PMI erano circa 5milioni, impiegavano oltre 15 milioni di persone generando un fatturato complessivo di 2.000 miliardi di euro; il potenziale delle PMI è alto, esportano soltanto il 29% contro il 50% di altri Paesi.
    Esportazioni nei Paesi residuali ad alto valore commerciale
    Obiettivo: superamento della situazione economica italiana con la “condivisione sostenibile” per produrre nuovo PIL penetrando con massa critica i mercati residuali dove le imprese non sono presenti (attività parallela).
    Promotori: art. 4 della Costituzione, “Ogni Cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale della società”, cioè al progresso economico e sociale dello Stato e della collettività.
    Primi operativi: Commercialisti che nel 2016 hanno deciso di estendere l’assistenza ai loro clienti sulle questioni tecnico-operative connesse alla internazionalizzazione. Società concessionaria partecipata dalle stesse aziende (garanzia). Manager dedicati, società di consulenza presenti nei mercati ad alto valore commerciale. Banca agente, Società Fiduciaria, supporto legale.
    Operatività iniziale: assistiti dai loro professionisti di fiducia, numerose Aziende – che abbiano volontà di crescere e capacità produttiva “Made in Italy” marchio unico al mondo ma non hanno le risorse per presidiare i mercati ad alto potenziale commerciale – conferiscono mandato ad una Fiduciaria di costituire una società concessionaria partecipata pariteticamente ed autofinanziata. La stessa Fiduciaria custodisce in deposito i modesti contribuiti dei Soci alla formazione del capitale necessario per lo svolgimento dell’attività d’impresa, amministra l’accordo fra le Imprese basato sul conseguimento di obiettivi concordati con i manager. I Commercialisti definiscono il punto di pareggio (numero delle Imprese, ecc.) valutando la capacità produttiva dei loro rispettivi clienti (attuale e potenziale-finanziata), ricevono la delega per partecipare all’assemblea, definiscono i Paesi residuali.
    La società, che opera per risultati, ha per oggetto l’esportazione nei Paesi dove le imprese socie non sono presenti; esporta i prodotti con etichette originali; è sostenuta da una percentuale sul fatturato; è amministrata da un coordinatore indipendente e diretta da Area Manager esperti di mercati esteri lontani ad alto potenziale commerciale, di logistica, di organizzazioni multisettoriali.
    La particolare offerta commerciale del “Made in Italy”, le economie di scala e la strutturazione delle Aziende socie consentono di non delocalizzare la produzione.
    L’incremento di produzione e la vendita dei prodotti potrà essere sostenuto con incentivi fiscali e finanziari vincolati al particolare fatturato estero.
    Altri risultati, con un modesto investimento, allestire piattaforme di lancio verso i mercati strategici ad alto valore commerciale senza interferire con la programmazione ordinaria delle Aziende socie della piattaforma.
    Angelo Iaselli a.iaselli@angeloiaselli.it

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