Arriva l’arbitrato on line

Usurpatori di domini, la festa è finita. Volge al tramonto infatti l’epoca in cui l’appropriazione abusiva in Rete dell’altrui marchio o nome era difficilmente perseguibile, con buona pace di coloro che potevano rivendicare legittimamente la pat …

Usurpatori di domini, la festa è finita. Volge al tramonto infatti
l’epoca in cui l’appropriazione abusiva in Rete dell’altrui marchio o
nome era difficilmente perseguibile, con buona pace di coloro che
potevano rivendicare legittimamente la paternità di un dominio e il
suo utilizzo.
E cominciano a fioccare le prime sentenze per la riassegnazione dei
nomi dei domini attraverso gli enti conduttori autorizzati dalla
Naming Authority (attualmente sui siti e.solv.it, arbitronline.it,
studiobindi.it, crdd.it, tonucci.it e tribunalevirtuale.it). In
Italia sono già numerose le domande presentate alla Naming Authority
per ottenere la patente di ente conduttore: molte aziende, studi
legali e via dicendo, hanno visto nel settore una nuova opportunità
di business, in un momento in cui la titolarità dei domini
rappresenta una questione particolarmente sentita nonchè, sul piano
più strettamente commerciale, un mercato da oltre tre milioni di
dollari soltanto negli Stati Uniti.
Il progetto Arbitronline nasce dalla collaborazione fra Blixer S.p.A.
(operatore italiano di servizi integrati di telecomunicazioni basati
su rete totalmente Ip), il Consorzio Poliedra (creato dal Politecnico
di Milano per promuovere e sviluppare la "formazione continua" e
rafforzare i rapporti con il mondo del lavoro), e lo Studio legale
Abbatescianni, che cura gli aspetti giuridici del progetto.
Chiunque ritenga di aver diritto alla titolarità di un dominio .it,
che risulti registrato da un terzo sprovvisto dell’analogo diritto,
si può rivolgere al sito www.arbitronline.it: in caso di accoglimento
del ricorso da parte del comitato dei saggi, la Registration
Authority viene informata da Arbitronline della decisione e dispone
l’immediato trasferimento al ricorrente della registrazione, per il
cui perfezionamento non è necessaria la cooperazione della parte
soccombente.
Il presupposto fondamentale per la rassegnazione (nonché lo scopo di
chi ricorre), è quello di provare la malafede nella registrazione del
dominio da parte di terzi.
Il ricorrente, dopo aver provato che il dominio è molto simile o
identico ad un proprio marchio o al proprio nome, contestando così al
titolare il possesso dei diritti che ne legittimino l’uso, fa appello
ai criteri che stabiliscono la mala fede: se il titolare tenta di
venderlo ad un prezzo particolarmente elevato, se la registrazione è
avvenuta per impedire al ricorrente la registrazione del proprio
dominio, se questo viene utilizzato per attività in concorrenza a
quella del ricorrente, se la registrazione è stata effettuata allo
scopo di usurpare nome e cognome del ricorrente o comunque di
danneggiarlo.
I saggi componenti il collegio di Arbitronline, incaricati di
esprimersi in merito ai ricorsi presentati, sono principalmente
membri della Naming Authority o avvocati che hanno già lavorato per
l’Icann (la società che gestisce l’assegnazione dei domini a livello
mondiale).
La decisione è garantita fra sessanta e settanta giorni dalla data di
spedizione del ricorso, rappresentando così una valida alternativa al
ricorso alla magistratura ordinaria, dove i tempi spesso rischiano di
allungarsi notevolmente prima di una decisione finale.
Il costo minimo del servizio parte da un milione e seicentomila lire,
e può crescere in virtù del numero di domini sotto esame così come da
quello dei saggi componenti il collegio.

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