Arriva in Italia la nuova direttiva europea sui giocattoli sicuri

Norme più stringenti sulle sostanze pericolose e sulla vigilanza: il nostro Paese dovrà recepirle entro il 20 gennaio. Sugli organismi di certificazione vigilerà Accredia

Giocattoli utili, con un prezzo ragionevole e, soprattutto, che non minaccino la sicurezza dei bambini. Un tema che balza in primo piano nel periodo pre-natalizio, quando la corsa ai regali può far dimenticare le precauzioni che a riguardo dovrebbero sempre esserci. Basti pensare che più o meno nell’ultimo mese sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza circa 2 milioni di giocattoli contraffatti (dalle bambole alle bolle di sapone), che violavano le norme a cominciare dall’assenza della marcatura originale CE: di mezzo c’è soprattutto il “made in China”.
Sostanzialmente, è una questione di norme e di controlli. Dal punto di vista normativo, le maglie si stanno ulteriormente stringendo perché, entro il 20 gennaio 2011, il nostro Paese, come gli altri membri dell’Ue, dovrà recepire la nuova direttiva europea del 18 giugno 2009 (la 2009/48/CE) sulla sicurezza dei giocattoli, che riguarda i produttori, gli importatori e i distributori di giocattoli e che dovrebbe incoraggiare e, in alcuni casi, garantire la sostituzione delle sostanze e dei materiali pericolosi utilizzati nei giocattoli con sostanze e tecnologie meno pericolose, quando esistano alternative economicamente e tecnicamente idonee, instaurando così un sistema che tuteli maggiormente i consumatori. Le disposizioni della direttiva dovranno poi essere applicate a partire dal 20 luglio del prossimo anno.
Particolare attenzione nella direttiva è riservata alle sostanze chimiche o quelle pericolose classificate come cancerogene, mutagene o tossiche per la riproduzione, oltre a sostanze allergeniche (sono vietate 55 specifiche fragranze, a meno di particolari deroghe) e alcuni metalli. Nello specifico, i giocattoli dovranno essere conformi alla normativa generale sui prodotti chimici, in particolare al regolamento Ce 1907/2006 (Reach). In più, quei giocattoli e quegli imballaggi che possono entrare in contatto con prodotti alimentari dovranno rispettare il regolamento Ce 1935/2004.

La nuova Direttiva europea introduce solo alcune “limature” o si tratta invece di profonde modifiche rispetto alle norme attualmente in vigore(sostanzialmente l’attuale marcatura CE)? Lo abbiamo chiesto ad Accredia, l’ente unico di accreditamento degli organismi di certificazione e ispezione, e dei laboratori di prova e taratura, che in questo caso, su delega del Ministero dello Sviluppo Economico, affiancherà la propria attività a quella della Guardia di Finanza e delle Camere di Commercio che vigilano sul mercato.

«Da un lato – commenta Filippo Trifiletti, Direttore generale di Accredia – la nuova disciplina sulla sicurezza dei giocattoli nasce dall’esigenza di adeguare l’impianto normativo comunitario al progresso tecnologico di questa tipologia di prodotti, prevedendo sia l’aggiornamento sia l’adozione di nuovi requisiti essenziali in materia di sicurezza. D’altro canto, però, ha anche risposto all’esigenza di uniformarsi al nuovo quadro comune per la commercializzazione dei prodotti che prevede nuove norme sull’attività di accreditamento, sulla marcatura CE e sulla vigilanza del mercato. E’ proprio in questo secondo ambito che si inserisce l’attività di Accredia. La direttiva infatti prevede – e sta qui un’importante novità – che lo Stato membro possa affidare l’accreditamento degli organismi che valutano la conformità dei giocattoli all’Ente di Accreditamento unico per ogni Paese. Quando, fra pochi mesi, la normativa comunitaria sarà legge dello Stato ed entrerà in vigore, Accredia potrà fornire il suo contributo affinché l’intero sistema garantisca ancor di più i consumatori, specie quelli appartenenti alle fasce più deboli come i bambini».

Che impatto avrà la nuova direttiva sulle aziende produttrici e sui distributori di giocattoli? Le nostre imprese sono già sostanzialmente pronte o dovranno attrezzarsi?
«Più che di impatti sugli attori che operano nella produzione, distribuzione e commercializzazione di giocattoli, è il caso di puntare il dito sugli approfondimenti di indagine che dovranno essere eseguiti per poter continuare a immettere sul mercato dei giocattoli. Il settore dei giocattoli, infatti, è già regolamentato da una Direttiva che verrà sostituita, a partire dal 20 luglio 2011, da quella nuova.
In ogni caso, quando Accredia sarà effettivamente investita del ruolo di valutare gli orgasmi di certificazione, ci saranno maggiori garanzie di indipendenza, imparzialità e competenza degli organismi e, quindi, più ampia tutela della sicurezza dei consumatori, ma anche e soprattutto un’ulteriore spinta alla competitività delle aziende. Gli sforzi delle imprese che operano secondo le norme potranno essere salvaguardati ancor di più rispetto al grande lavoro che si fa già oggi, sia nella fase che precede l’immissione sul mercato del giocattolo, sia nella fase successiva».

Come fa un’azienda a “mettersi in regola”con la nuova direttiva?
«Il Ministero dello Sviluppo Economico resta il riferimento indispensabile per chi ha bisogno di verificare che il suo giocattolo abbia tutti i requisiti per essere marcato CE e per poter essere commercializzato nel mercato interno dell’Unione Europea. Come dicevo prima, una delle novità riguarderà, invece, il supporto di Accredia allo stesso Ministero, nella fase di autorizzazione e controllo degli organismi di certificazione».

Come fa un consumatore ad essere certo che il giocattolo rispetti le norme di sicurezza?
«I consumatori devono sempre verificare attentamente la marcatura CE apposta sui giocattoli, in quanto essa garantisce che il fabbricante, l’importatore o il distributore abbiano rispettato i requisiti essenziali di sicurezza stabiliti dalla Direttiva. Sapere, inoltre, che dietro a quelle due lettere ‘magiche’ c’è un sistema di verifiche e di controlli condotti nel rispetto dei principi della imparzialità e trasparenza, crediamo sia importante per creare fiducia nel consumatore verso il mercato e per garantire una leale concorrenza tra le imprese».

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