Approcci all’outsourcing per risparmiare costi e migliorare in qualità

La service line di Deloitte, dedicata all’esternalizzazione dei servizi, mette in campo un ventaglio di proposte che si richiama al concetto di economia di scala e mira a sostituirsi ai clienti in tutte le attività non propriamente core.

I presupposti che muovono le aziende a fornire servizi in outsourcing sono di garantire benefici che si realizzano nel breve e nel medio/lungo periodo. Nel primo tipo di intervallo temporale, si ottiene una migliore allocazione delle risorse (umane e finanziarie), si può far conto sulla condivisione del rischio con il fornitore del servizio e si sviluppa una maggiore visibilità e disciplina nel controllo dei costi. Nel secondo caso, la riduzione del time-to-market e del ciclo di vita dei prodotti, la ridefinizione delle relazioni con i business partner e la creazione di una struttura più snella riducono ulteriormente i rischi.


Per il raggiungimento di questi risultati la Outsourcing service line di Deloitte (che in Italia conta circa 40 persone) mette a disposizione know how e richiama il concetto di economia di scala, facendo proprie le attività non core del cliente. La componente offsite, per applicativi Sap, Oracle Application, Siebel e PeopleSoft è erogata da tredici Application solution center (Asc) localizzati in diverse città nel mondo, tra cui quello di recente creazione a Milano.

Un’offerta dettagliata


In particolare, tra le metodologie applicate, il consulente eroga l’Outsourcing Advisory Services, che si propone di facilitare la definizione degli obiettivi e delle strategie e i relativi processi di decisione, sfruttando modelli consolidati.


A questo si aggiunge l’Application Management Outsourcing (Amo), che si concretizza nella gestione ed esecuzione del supporto funzionale. Il servizio, che può essere offerto tramite gli Asc o in modalità mista (onsite e offsite), comprende manutenzione ordinaria ed evolutiva dei pacchetti applicativi; help desk, aspetti tecnici, Sla, call tracking system e reporting.


“Con questo pacchetto – ha spiegato Luca Pirovano, Outsourcing service line leader in Deloitte -, intendiamo fornire vantaggi in termini di riduzione dei costi di gestione, nell’ordine del 20%, misurabilità della qualità del servizio, riduzione dei rischi legati al turnover delle risorse, dipendenza da figure chiave, training ed evoluzione tecnologica”.


Il ventaglio di proposte messo in campo da Deloitte comprende anche Information Technology Outsourcing (Ito), orientato a chi vuole contenere la spesa dell’infrastruttura, che può essere presa in carico e gestita sia presso un data center sia in modalità “remote management”. I servizi erogati prevedono attività di manutenzione e upgrade dell’hardware, del software e del database, gestione della connettività e della sicurezza (a livello logico e fisico), attività di backup e disaster recovery, service management e reporting. “Tra i risultati – ha proseguito Pirovano – rientrano la riduzione dei costi di gestione dell’infrastruttura nell’ordine, anche qui, del 20% e la limitazione dei rischi legati, come sempre, al turnover dei dipendenti e alla retention”.


Collaborazione mirata


Altra tipologia di gestione esterna è il Bto (Business transformation outsourcing), mix tra i tradizionali servizi di consulenza e una formula maggiormente innovativa, che aumenta il valore per gli shareholder grazie alla trasformazione delle business operation. L’adozione di questa soluzione prevede un rapporto di collaborazione che copre un orizzonte temporale che va dai tre ai cinque anni e si traduce in una serie di attività che comprendono l’implementazione di soluzioni tecnologiche nuove e abilitanti e il finanziamento su più anni dei relativi costi, la reingegnerizzazione dei processi aziendali, la gestione e manutenzione dell’applicativo (Amo) e delle infrastrutture tecnologiche (Ito), il trasferimento di persone e la creazione di centri servizi condivisi. “Gli obiettivi – ha detto ancora l’interlocutore – comprendono il miglioramento della distribuzione dei cash flow, un risparmio sui costi di sviluppo durante l’implementazione, che dovrebbe oscillare tra il 30 e il 40%, su quelli di transizione post-implementazione per un 10 o 15%, sulla manutenzione dell’applicativo con un ribasso equivalente a quest’ultimo e sulla gestione dell’infrastruttura, in un intervallo compreso tra il 10 e il 20%”.


A chiusura, Deloitte propone Remote Development Service (Rds), che consiste nell’erogazione di servizi finalizzati allo sviluppo applicativo per supportare la creazione di nuovi sistemi o l’ampliamento di quelli esistenti. In particolare, il progetto si rivolge alle aziende che intendono presidiare internamente l’applicativo, ma necessitano di attività di programmazione accessibili in modo flessibile e con costi ridotti. Il servizio si concretizza nello sviluppo applicativo per supportare nuovi sistemi o la manutenzione evolutiva degli stessi (Abap, Java, Pl/Sql, C++ e così via) e prevede l’intervento sia di un team onsite (che si occupa della definizione delle specifiche, del coordinamento delle attività di programmazione dei test e del deployment) sia di uno offsite che svolge le attività di programmazione. “Si dovrebbero così conseguire una limitazione dei costi di sviluppo nell’ordine del 30 o 40%, grazie al fatto che la programmazione in remoto consente un accesso più flessibile”, ha concluso Pirovano.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome