Apple: in due anni una società da 200 miliardi di dollari

Lo sostiene George Colony, fondatore e Ceo di Forrester Research. Due anni di crescite superiori al 50% porteranno Apple a superare Ibm e Hp. Ma resta l’ombra legata al dopo-Jobs.

Apple ha davanti a sé ancora due anni di crescite e di vendite record.
Lo sostiene George Colony, fondatore e Ceo di Forrester Research, che si spinge ancora più in là nelle sue valutazioni.
Secondo Colony, infatti, Apple è destinata a diventare un’azienda da 200 miliardi di dollari, con crescite superiori al 50% anno su anno fino alla fine del 2012, finendo, soprattutto, a erodere quote e fatturato a big del calibro di Hp e Ibm, lo scorso anno attestate su un giro d’affari rispettivamente di 129 e 99,9 miliardi di dollari.

C’è una spiegazione per tanto ottimismo.
Secondo Colony, infatti, con prodotti quali iPad e iPhone Apple ha di fatto innescato un circolo in base al quale l’utente acquista apps da utilizzare con l’uno o con l’altro dei dispositivi in suo possesso e continua successivamente ad acquistare prodotti Apple per continuare a utilizzare le applicazioni. Un ecosistema che si autosostiene, dunque.

Colony mette però le mani avanti. I due anni di crescita record rappresentano al momento una prospettiva ma anche un limite.

Davanti a sé Apple ha il grande interrogativo legato allo stato di salute di Steve Jobs. Al Ceo di Apple Colony attribuisce la responsabilità dello sviluppo dei prodotti. Una pipeline, la definisce Colony, programmata su un arco temporale di tre-quattro anni e che richiede di essere rinnovata ogni paio d’anni. Senza Jobs alla guida, su questo fronte potrebbero manifestarsi difficoltà.

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