Apple: è tempo di ascoltare

Calo di popolarità e gradmento per il colosso di Cupertino, che sembra non aver saputo intercettare i desideri dei suoi utenti.

Un anno dopo la scomparsa di Steve Jobs, il vento sembra essere cambiato in Apple.
Così i più recenti annunci sui cambi ai vertici della società, con due delle prime linee, unanimemente riconosciuti tra i fedelissimi di Steve Jobs, rimossi dai loro incarichi, finiscono per diventare gli ultimi nodi in un pettine che sembra mettere in luce un consenso non più così unanime sulle scelte di Cupertino.

I passi falsi, negli ultimi tempi, sono stati più d’uno a partire da quel pasticciaccio sulle mappe, che ha finito per creare scontento in utenti sempre meno convinti dell’opportunità di togliere un servizio funzionale e apprezzato come quello di Google, con uno decisamente più instabile.
Poi sono arrivati gli annunci della scorsa settimana. E i malumori si sono fatti più percepibili.
Un iPad Mini non era nella visione di Steve Jobs, e questo è stato più volte ripetuto.
Il manager era convinto che uno schermo a 7 pollici fosse inadatto alla sua idea di tablet.
Ma per una volta, probabilmente Apple non ha saputo intercettare i desideri del mercato, e si è trovata a fare da inseguitrice in un’arena nella quale i suoi concorrenti già avevano trovato ampi spazi di crescita con prodotti più piccoli e a più basso costo.
Il risultato è stato un prodotto di certo al top per caratteristiche e funzionalità, ma decisamente fuori linea per quanto riguarda il prezzo. Accompagnato, per di più, da un ulteriore modello di tablet nel formato tradizionale, che mette fuori gioco e fuori scena il precedente, annunciato solo poco tempo fa e di fatto dimezza il ciclo di vita dei prodotti dai convenzionali 12 a 6 mesi.

Ce ne è abbastanza perché l’effetto disappunto si faccia sentire.
E i primi sondaggi Usa ne danno conto, con un evidente calo di popolarità del brand.
Naturalmente chiunque azzardi la parola declino enfatizza eccessivamente il problema. Ma è altrettanto certo che per Apple sia arrivata l’ora del ripensamento.
Trovarsi a seguire tendenze, dopo averle anticipate per anni, è un problema.
Forse, dopo aver dettato la linea a lungo, è tornato il tempo di mettersi all’ascolto. Dei clienti.

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