App Market: l’Europa accelera, l’Italia non c’è

Un’indagine ci mette al livello degli Usa e ipotizza un nostro cambio di passo dal 2014. Sempre che non sia una bolla speculativa.

A fine 2013 l’app economy europea impiegava 1,8 milioni di persone con revenues di 17,5 B€. La cifra può essere rappresentata con due grandi componenti: 6 B€ direttamente (app, pubblicità, in-app purchases) e 11,5 B€ per lavoro a contratto. Questo è un buon risultato, se si pensa che cinque anni fa era virtualmente nullo. Ma secondo Gigaom, che ha fornito i dati di questa analisi, il 2014 sarà l’anno del cambio di marcia, accelerando al punto di fatturare 63 B€ con 4,8 milioni di addetti nel 2018.
Facciamo due conti. A fine anno gli addetti del settore sono stati 800 mila amministrativi e 1 milione di sviluppatori (+25%). L’ipotesi per il 2018 assegna rispettivamente 2,1 e 2,7 milioni (+28,5%). L’aumento del giro d’affari sarà del 360% e nell’occupazione del 266%, rendendo il business più vantaggioso, almeno a questo livello di dettaglio. L’aumento del fatturato sarà dovuto a tre cause principali: più apps per utente, maggiore monetizzazione nell’app e nuovi device (per esempio le smart tv).


I rischi dell’accelerazione

Lo studio fa parte di Startup Europe, un’iniziativa dell’Agenda digitale europea. Secondo il rapporto, già oggi le app europee contano quanto quelle nordamericane, nonostante le piattaforme siano principalmente statunitensi. La musica in streaming è un’eccezione interessante ma piccola.
L’altra faccia della situazione fa però comprendere che il cambio di passo sarà esposto a notevoli rischi. I dati negativi infatti ci sono: gli sviluppatori indipendenti ed in-house lamentano salari inferiori rispetto a quelli Usa (38% di lamentanze), nonostante ci siano meno developer di quelli teoricamente necessari (25%); manca anche formazione tecnica e business (oltre il 30%).
Inoltre non c’è la certezza assoluta che l’app economy non sia una bolla che si sgonfi con grossi danni per tutti.
In tutto ciò l’Italia non c’è. Ovviamente ha il suo mercato interno, ma non altro. La quasi totalità delle app viene da Germania, Francia e Regno Unito: guardando il fatturato realizzato al di fuori dal mercato interno, tra le prime 50 non figura nessuna delle nostre app.

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