Ansys: il paradigma per realizzare i prodotti di domani

Come si converge verso la competitività. Anche stampando in 3D. Parla Carlo Gomarasca.

Quale sarà il prodotto che sosterrà la crescita aziendale in futuro? Cosa la renderà unicai sul mercato, diversa dagli altri?

Sono domande pertinenti per imprenditori e manager che si cimentano nella prova di costruire visioni di un futuro più difficile da immaginare.

Con l’aiuto di Carlo Gomarasca, Managing Director italiano di Ansys, cerchiamo di analizzare le tendenze che stanno determinando le rivoluzioni nei prodotti.

D:Sempre più spesso la parola convergenza è presente nella comunicazione Ansys. Perché?

G: Vero. Ad affiancare la nostra vision che recita Simulation-Driven Product Development, abbiniamo sempre più spesso la parola convergenza. Convergenza di tecnologie software per una simulazione sempre più multifisica, grazie alla capacità di integrare e ottenere, con un’enorme efficacia, un risultato d’insieme in grado di tener conto delle più avanzate analisi di tipo strutturale come rottura, resistenza nel tempo, stress; meccanica, cinetica, termica, fluidodinamica, elettromagnetica e così via.
Convergenza di interessi di tutte le imprese votate al successo che ricercano la competitività attraverso efficienza, qualità, risparmio di tempi e costi in tutti i processi di ingegnerizzazione dei loro prodotti.
Convergenza di conoscenze che spinge gli ingegneri dell’area dello sviluppo prodotti verso vere e proprie rivoluzioni nel loro modo di operare, mediante strumenti software sempre più avanzati ma nel contempo sempre più “semplici” da impiegare in modo integrato alle tecnologie già utilizzate come Cad e Plm.

D: Le aziende italiane sono pronte a questa convergenza?

G: Per quello che sto vedendo succedere negli ultimi tempi dietro la spinta della vision a lungo termine di Ansys, credo che le aziende si stiano rendendo conto che siamo a una svolta. Le domande che ci fanno sono sempre meno legate alla singola funzionalità di prodotto e più alla risoluzione del problema complesso. Non c’è più al nostro interno un singolo ingegnere che si occupi solo di una disciplina. C’è l’ingegnere meccanico che ha imparato la fluidodinamica, l’ingegnere fluidodinamico che fa elettromagnetismo, analisi termica e così via. Questo è inevitabilmente generato dal fatto che nella progettazione di oggi, per il prodotto che dovrà uscire domani, un ingegnere deve essere in grado di prendere decisioni complicate non più legate solamente alla sua disciplina specifica. Questo produrrà un’accelerazione drastica nella capacità di rispondere alle domande progettuali delle imprese e del mercato.
In questo ambito è davvero interessante questa visione del cliente che viene ingaggiato prima che il prodotto sia realizzato. Far sì che i consumatori possano accedere e manipolare virtualmente i prodotti prima che vengano effettivamente realizzati o ancor meglio realizzando solo quelli che il mercato richiede, potrebbe avere un impatto globale pesantissimo.
Mi sembra di percepire questo momento di cambiamento nella gestione della simulazione un po’ come avvenuto nel passato nel passaggio dal disegno Cad 2D al 3D, quando molte delle aziende affermavano che il 3D non servisse.
Se fosse stato realmente così, oggi non potremmo vedere libellule elettroniche volare, progetti di componenti elettronici multilayer o tablet sempre più sofisticati. Si sta preparando un cambiamento globale che migliorerà le nostre esperienze di prodotto apprezzando affidabilità e qualità sino ad oggi a noi sconosciute.
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n altre parole, è un po’ come applicare il noto concetto del just in time a un approccio partecipativo di verifiche multifisiche, per arrivare non solo a produrre “quando” il mercato chiede, ma soprattutto produrre esattamente “quel” che il mercato chiede e sarà sicuramente in grado di apprezzare, in quanto co-creato con i futuri clienti utilizzando strumenti Ansys definiti già oggi come capable, robust and fast.

Se tutto questo si avvererà, sarà un fantastico scenario per le aziende, perché se sarà il mercato a decidere quale prodotto realizzare e quale no, potenzialmente non avremo più prodotti invenduti con dei risparmi incalcolabili nell’economia mondiale.

D: I Cad vendor oggi sono fondamentalmente tutti vostri partner in affari, vi aspettate che diventino presto in qualche modo anche vostri concorrenti?

G: In realtà penso che siano già concorrenti e che, come Ansys, siamo pronti a lasciare che sia il cliente finale a decidere se vuole acquistare un prodotto di simulazione da un Cad vendor generico o da una società specializzata come la nostra.

D: Le stampanti 3D ci stanno aprendo un nuovo mondo. Pensate che la simulazione sarà parte anche di questa nuova strategia entrando in un mondo di micro simulazioni a livello consumer?

G: Penso che questo nuovo mondo di micro produttori stia tracciando una tendenza molto interessante che genererà un grande cambiamento con effetti sia nelle persone che nelle aziende. Se infatti in un futuro non molto lontano vorremo auto-produrci ad esempio una cover originale per il nostro nuovo tablet, utilizzando modelli 3D gratuiti reperibili in rete, lo potremo fare agevolmente. Ma se poi la cover si romperà perché deve essere più spessa, ci renderemo conto di aver bisogno di un passaggio in più: la simulazione.
Una simulazione che dovrà quindi poter essere facilmente accessibile a tutti e ovunque, in modo molto semplice ed efficace.
Provate a pensare a tutte quelle attività che prevedono la necessità di realizzare ricambi in luoghi poco accessibili come per gli astronauti nello spazio o per organizzazioni sanitarie decentrate, oppure per i militari nel deserto.

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