Ancora nero il cielo dell’Ict italiana

I dati rilasciati da Sirmi e relativi al terzo trimestre dell’anno non lasciano spazio all’ottimismo. Crescono solo i pc client. Tutti i comparti peggiorano il regresso del 2009.

Sono sconfortanti i dati rilasciati da Sirmi sull’andamento del mercato della Digital technology, nel quale la società di analisi fa rientrare tutta l’Ict e l’elettronica di consumo, nel terzo trimestre dell’anno.
Chi si aspettava un qualche segnale di ripresa, anche confortato dai dati che vengono dall’intera area Emea, ha forse peccato di ottimismo.
Perché i numeri parlano chiaro.

Se il terzo trimestre del 2009 si era chiuso per il comparto It con un -8,2% a 4,867,7 miliardi di euro, lo stesso periodo quest’anno mostra una ulteriore flessione dell’1,9% a 4,774 miliardi.
Un timidissimo segnale positivo si legge solo alla voce hardware, che registra un +2% a 1,6 miliardi di euro, insufficiente in ogni caso a compensare il calo del 12,5% messo a segno lo scorso anno e, come vedremo dopo, pesantemente sbilanciata alla voce pc client.
Lo stesso vale per il software: una crescita dello 0,7% a 844 milioni non compensa certo il calo del 5% del pari periodo del 2009.
Male, decisamente male, va il comparto servizi. Lo sviluppo chiude il trimestre con un -6,4% a 1 miliardo di euro, che appesantisce il calo del 7,45 dell’anno precedente, mentre l’area dei servizi di gestione, con il suo -4,6% a 1,3 miliardi, aggrava il -5,4% registrato nel 2009.

Non va meglio sul fronte delle telecomunicazioni, comparto che dopo il -2,2% dello scorso anno, nel terzo trimestre 2010 chiude a 9,8 miliardi di euro, in calo dell’1,9%. Più pesante l’arretramento della telefonia fissa (-3,8%), mentre la telefonia mobile si ferma a un -0,4%.

Perdura lo stato di crisi anche nel segmento dell’elettronica di consumo, che chiude il quarter a 1,6 miliardi di euro, in calo del 3,9%.

Marita un’analisi più di dettaglio l’andamento del comparto pc client e pc server.
Qui le crescite ci sono, e anche a due cifre. Con tutta una serie di distinguo, però.
Il comparto vale 1,7 milioni di unità (+20,8%) pari a un giro d’affari di 704,5 milioni di euro (+17,3%). I desktop pesano ormai per 367.250 unità complessive, in crescita del 3,8%, pari a un fatturato di 134,7 milioni, in calo del 5,4%.
Va meglio nel comparto notebook, che con 828.550 unità segna un +25,4%, al quale corrisponde una crescita del 21,1% nel giro d’affari che tocca quota 424,5 milioni di euro.
I netbook godono ancora di buona salute, con 451.000 unità vendute, in crescita del 10,9, ma cominciano evidentemente a segnare un po’ il passo. Il fatturato, attestato a 91,1 milioni di euro, registra un -2,5% rispetto all’anno precedente.
Sicuramente cominciano a sentire il sopravanzare dei tablet che nel trimestre valgono 73.940 unità per 33,9 milioni di euro di fatturato. Le percentuali, naturalmente, non fanno testo.
Tengono le workstation, con 8.505 unità e una crescita nell’ordine del 64,3%, mentre i thin client con 5.430 unità registrano un +6,5%.
Di converso i pc server, con le loreo 28,174 unità, registrano una variazione negativa del 6,8%, alla quale corrisponde un altrettanto negativo -6,2% in termini di fatturato.

Male anche l’area sistemi, che complessivamente registra un -2,4% a 1.240 unità, pari a 39,4 milioni di euro, in calo in questo caso del 5,6%. Hanno la peggio le workstation Risc su Unix, che registrano un -16,7% in termini unitari e un -35,6% in termini di fatturato.

Infine lo storage.
Lo storage hardware vale 77,9 milioni di euro, in calo del 4,7%, mentre lo storage software vale 44,5 milioni, in questo caso in crescita del 2%.

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