Anatomia del fabric

Una disamina dei vari approcci fabric, con l’ausilio di un esperto in materia.

In campo networking questo è l’anno del fabric, concetto attorno al quale si è creta una serie di miti e preconcetti che sono stati fatti propri da molti amministratori di rete.

Con Massimiliano Macrì, Security Solutions Pre-sales Manager di Enterasys Networks vediamo più da vicino quali, tra le più diffuse concezioni sulle reti, non corrispondono alla realtà.

Si dice che “con il fabric si può gestire la rete come se fosse un unico switch”. Per Macrì è falso: l’architettura fabric non riduce il numero di porte o di switch da gestire, ma cambia solo il modo di classificarli. Un’architettura fabric che si basa su questo concetto non aggiunge valore alla rete.
Detto in altro modo, con un’architettura tradizionale, l’amministratore sa che il server è stato collegato alla porta 2 dello slot 5 dello switch 4, mentre col fabric saprà che è collegato alla porta 2 dello slot 5 dell’unità 4 del fabric: cambia solo il modo di numerare le porte.

Si dice che “serve un’architettura fabric per fare in modo che la tecnologia FCoE (Fiber Channel over Ethernet) funzioni nel datacenter”.  Pure questo per Macrì è falso: anche se questo argomento viene utilizzato da alcuni vendor, fabric e FCoE sono concetti totalmente separati. Il supporto FCoE nelle reti di data center viene reso possibile da standard come il DCB, che sono completamente indipendenti dal fatto che si disponga o meno di un’architettura fabric.

Ancora: “il fabric permette di eliminare lo Spanning Tree dalla rete”. Vero, ma non per merito particolare del fabric: ciò che viene realmente rimosso dalla rete è l’evoluzione dello Spanning Tree Protocol (STP) a standard quali TRILL o SPB. Quello che molti vendor stanno facendo, secondo Macrì, è usare protocolli proprietari nella loro gamma fabric per mantenere legato il cliente, capitalizzando sul momento di incertezza in merito agli standard che vive attualmente il mercato.

Dire invece che “per disporre del fabric bisogna avere soluzioni specifiche e proprietarie” è falso: la maggior parte dei vantaggi che offrono le architetture fabric specializzate sono ottenuti con un insieme di protocolli standard e con un nuovo paradigma di gestione che permette di avere una struttura unificata e centralizzata lungo tutta l’architettura. Tuttavia, molti vendor offrono stime basate sulla sostituzione dell’hardware esistente per rimpiazzarlo con nuovi apparecchi.

Altra falsità, per Macrì riguarda il fatto che “i vantaggi del fabric si ottengono solo a livello di data center”. I benefici che si ottengono con una architettura fabric a livello del data center (efficienza, semplicità di gestione, riduzione dei costi operativi) possono essere moltiplicati per “n” se si estende l’architettura fino all’edge, dal momento che il rapporto di nodi/porte/utenti di rete tra il datacenter e l’edge della rete può facilmente essere da 1 a 10 e da 1 a 100, in reti di medie dimensioni.
In altre parole, le efficienze operative che si ottengono adottando un’architettura fabric sono da 10 a 100 volte maggiori quando questa viene estesa agli utenti della rete invece che solo sulla rete di data center.

Fabric standard
È per tutte queste ragioni, osserva Macrì, che Enterasys ha optato per un’architettura fabric basata su standard e praticamente non legata all’hardware, perché oltre al data center vi sono migliaia di porte distribuite nelle reti aziendali che possono beneficiare dell’architettura fabric, senza doversi legare a un unico vendor per tutta la vita.
I piani di sostituzione dell’hardware attuale, così come promossa da altri vendor, genera costi enormi per cambiare tutti gli apparecchi a livello di accesso alla rete, ma si tratta di costi che possono essere risparmiati se si utilizza un approccio fabric basato sulla gestione.
Una soluzione fabric basata su standard e sull’applicazione dello strato di astrazione della piattaforma di gestione, per Macrì è in grado di fornire un ROI da 10 a 1.000 volte più rapido rispetto alle architetture fabric basate su hardware proprietario. E non solo, in quanto beneficeranno anche di costi bassi per estendere i vantaggi oltre che al datacenter anche alle operazioni quotidiane di accesso alla rete da parte degli utenti.

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