Amd sale in vetta al K10

La nuova architettura si aggiunge ai dual core di ultima generazione degli ambienti mobile (Griffin)

Migliorare le prestazioni, ma con occhio di riguardo ai consumi. Queste sono le linee guida che Amd ha seguito nello sviluppo della nuova generazione di processori di fascia alta. In realtà non si tratta di soli chip, ma di una nuova architettura, battezzata K10, che condivide lo stesso socket sia nelle Cpu destinate agli ambienti server (Barcelona) che al desktop (Agena), entrambe in uscita nella seconda metà dell’anno. La casa californiana è riuscita a integrare, con la tecnologia a 65 nm, quattro core su un’unica fetta di silicio, assicurando migliori prestazioni e affidabilità al sistema. L’impianto a quattro core nativi prevede tre livelli di bufferizzazione, i primi due legati a ciascun core, l’ultimo costituito da una cache condivisa. Tutti contengono i dati usati più di recente, che saranno accessibili più velocemente. «Questo – esordisce Giuseppe Amato, technical director Sales and Marketing Europe di Amd -, anche in virtù del fatto che abbiamo operato per migliorare l’efficienza della memoria di commutazione e aumentato il buffer per ottimizzare le prestazioni in termini di istruzioni per ciclo».


La nuova architettura strizza l’occhio al Pianeta Blu, nel senso che integra la tecnologia Amd PowerNow!, in grado di gestire dinamicamente i consumi energetici sulla base dell’utilizzo quotidiano.


Il sistema, infatti, offre agli utenti la possibilità di programmare la frequenza del processore, sulla base del workload dell’applicazione. «Il chip stesso – prosegue il manager – è stato disegnato e sviluppato in modo da ridurre al minimo gli sprechi di energia, perché il clock è stato suddiviso in diversi blocchi funzionali che, automaticamente e autonomamente, si spengono nel momento in cui non sono utilizzati».


Negli ambienti server che useranno i nuovi quad core di Amd, sarà possibile implementare la virtualizzazione, utilizzando i software più comuni come Vmware o Xen. Sarà, infatti, possibile far girare diversi client sulla stessa macchina in tutta sicurezza, grazie alla tecnologia proprietaria Device Exclusion Vector, che evita che chi accede a una certa partizione del server possa vedere i dati contenuti nelle altre. «Chi deciderà di privilegiare queste architetture – conclude Amato – avrà la garanzia della protezione degli investimenti, visto che Amd si impegna a supportarle per diversi anni, come è avvenuto per i dual core Amd2 che, rilasciati nel 2006, saranno supportati fino a fine del 2009. L’aggiornamento delle attuali achitetture a due cervelli ai quad core, inoltre, sarà semplice, basterà un upgrade del Bios. A riprova del crescente consenso ottenuto, va chiarito che un ecosistema di oltre 300 partner lavora alacremente da tempo, per supportare tutte le funzionalità di K10».


Amd, infine, ha rivisto l’architettura indirizzata ai dispositivi senza fili (nome in codice Griffin), ancora assimilabile al K8, ovvero alla generazione precedente di dual core, ma con l’introduzione di migliorie volte a ridurre i consumi delle batterie. Anche per questi chip non è ancora nota la data di rilascio.

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