Amazon è al lavoro su SimpleDB: database basato sul web

La società pronta a testare una prima release del suo database, interamente basato su web, che si legherà strettamente con il suo servizio di online storage (S3) e con la tecnologia di hosting di applicazioni web EC2.

Amazon.com inizierà presto a testare una prima release del suo database, interamente basato su web, che si legherà strettamente con il servizio di online storage dell’azienda (S3) e con la tecnologia di hosting di applicazioni web EC2.
Il database, battezzato SimpleDB, vuole proporsi a quegli sviluppatori che necessitino di una soluzione più a buon mercato e semplice da usare rispetto ad un DBMS relazionale, da impiegare principalmente per l’effettuazione di interrogazioni su dei dati strutturati.
Secondo quanto illustrato da parte di Amazon, SimpleDB “fornisce le funzionalità fondamentali caratteristiche di un database, svincolandosi dalla classica complessita operazionale”. Il database sarà capace di indicizzare i dati in modo automatico e di svolgere operazioni in grado di ottimizzare le prestazioni dello stesso. L’idea è quindi quella di consentire agli sviluppatori di web applications, di lavorare senza avere necessariamente a fianco una persona esperta nell’amministrazione di basi di dati.
Chi fosse interessato a partecipare alla fase di beta testing del nuovo servizio database, può farlo presente iscrivendosi sul sito di Amazon (ved. questa pagina). Il periodo di test inizierà molto probabilmente tra qualche settimana.
Sebbene Amazon sia conosciuta più che altro per le attività di commercio elettronico svolte online, la società di Seattle (USA), sembra determinata a fare ingresso in un segmento di mercato molto interessante, sinora dominato da IBM, Microsoft insieme con altri vendor. Amazon vuole insomma cavalcare l’onda del fenomeno Web 2.0 offrendo una piattaforma per lo sviluppo di applicazioni di nuova generazione.
Memorizzare dati in formato strutturato con SimpleDB, dovrebbe costare all’incirca 1,5 Dollari al mese per gigabyte. Sono poi da aggiungere dei costi a consumo varibili.
La soluzione di Amazon non è la prima proposta di “Database 2.0”: questa pagina mostra un elenco di quattordici società già impegnate in questo campo. Tra i vari nomi spiccano Google con il suo “Google Base” ed Intuit con “QuickBase”.

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