Alto-basso

La via della ricerca, tra otto per mille e convegni.

Meglio dell’iniziativa dell’otto per mille da destinare alla ricerca
scientifica, con la quale abbiamo moderatamente polemizzato qualche settimana
fa, ci pare quella attualmente in corso di svolgimento a Roma, ovvero la prima
riunione del Congresso mondiale per la libertà di ricerca scientifica.


Un grande argomento sul quale è meritevole discutere, adesso e domani,
considerati anche i risvolti che può avere sulla componente tecnologica.
Il
congresso dura tre giorni, è iniziato oggi e finirà sabato.

Vi
partecipano scienziati (fra cui Janez Potocnik, il Commissario europeo per
l’avanzamento della ricerca medico-scientifica, Michael Gazzaniga, Presidente
del consiglio per la bioetica, Dan Perry, direttore della Coalizione americana
per l’avanzamento della ricerca) militanti politici, per lo più afferenti
all’area radicale (come l’ex-commissario europeo Emma Bonino), l’Associazione
Luca Coscioni, c’è il sostegno della municipalità, della Provincia, della
Regione Lazio, e il concorso della Fondazione del Monte dei Paschi.

I
temi in svolgimento: scienza, società, politica, diritto, etica, economia e
tecnologia.
Un convegno laico, quindi, che si svolge presso la Protomoteca
del Comune di Roma, in Campidoglio.

Un luogo alto, il cui profilo
storico si spera possa portare bene all’analisi e, soprattutto, alle azioni
comuni.
Chiusa la giornata di lavori, i partecipanti possono farsi portare
consiglio dalla notte, riposando all’hotel Ergife, con cui l’organizzazione ha
concordato una tariffa speciale.

L’ambiente radicale ha
un’incontrollabile predilezione per il maxi-albergo (800 camere) di architettura
“bulgara” sito sull’Aurelia.

Ma non solo loro: dagli anni 70 a oggi, per
le sale congressi dell’Ergife saranno passate un milione di persone, fra
concorsiti pubblici, esaminandi di Stato, congressisti, associazionisti,
corsisti. Come si legge in un blog su livejournal, «All’Ergife dovrebbero
istituire un presidio stabile di psicologi e sociologi, e anche di romanzieri e
sceneggiatori. Non esistono in Italia, ma forse nemmeno in Europa,
quarantaduemila metri quadri più carichi di aspirazioni, frustrazioni, sogni
infranti o realizzati, amori nati o finiti, più carichi di storie insomma, e
pazienza se sono storie piccoloborghesi: sono le nostr
e».

Come
passare, in un attimo, dall’altezza della ricerca scientifica al misero del
quotidiano.
Ecco perché alla fine, trattare il tema con la lente
“otto-per-mille & dintorni”, non fa che recintarlo, perimetrarlo, metterlo
in una riserva, impoverirlo.
E invece, la ricerca deve correre libera.

Se vuole prenda pure l’Aurelia, ma punti al mare.

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