All’orizzonte oneri fiscali e costi burocratici per 10 miliardi di euro

Secondo uno studio della Cna, sarebbero stati caricati sulle imprese e sui cittadini i costi dei controlli fiscali, delle inefficienze delle amministrazioni locali, nonché quelli derivanti da esigenze di contabilità pubblica locale, per la gestione del “federalismo fiscale”.

In arrivo
per le imprese e i cittadini oneri fiscali e costi burocratici per 10
miliardi di euro
, lo sostiene uno studio di Cna secondo il quale il decreto sui debiti della
Pa verso le aziende “nasconde” un ulteriore e gravoso appesantimento degli
oneri amministrativi e burocratici sia sulle imprese sia sui cittadini. A peggiorare
le cose la mancata abrogazione della norma che impone la corresponsabilità
dell’Iva e delle ritenute negli appalti e nei sub-appalti.

In
particolare, in materia di Tares la conferma per il 2013 dell’aumento di
0,30 euro a mq vuol dire quasi 2 miliardi di euro di
maggiori oneri.

Sempre in
materia di Tares
– sostiene la Cna – la decisione di lasciare ai singoli
Comuni la facoltà di stabilire il numero di rate con le quali il tributo debba
essere pagato, unitamente alla possibilità, concreta, che i calcoli e la
liquidazione del tributo debbano essere eseguiti direttamente dai contribuenti,
rappresenta una scelta irresponsabile e fuori dai canoni della comprensibilità
”.

Secondo le stime della Confederazione questa scelta addossa sui contribuenti
più di 6 miliardi di euro di maggiori oneri. La disciplina della Tarsu e
anche della Tia1 o Tia2, sebbene onerosa, è l’unico tributo
che, fino ad ora, non ha mai addossato sui contribuenti la responsabilità dei
calcoli e del versamento.

Anche l’Imu costituisce un ulteriore appesantimento
burocratico. “In questo caso – afferma Cna – la pretesa è di obbligare i
contribuenti a fare due calcoli distinti per il versamento della tassa:
prima in acconto e poi a saldo. Nella sostanza, è stata lasciata mano libera ai
Comuni per modificare in corso d’anno le aliquote senza alcuna limitazione. In
questo modo, si raddoppiano gli oneri amministrativi a carico dei cittadini e
delle imprese. Tradotto in cifre, potrebbero arrivare sulle spalle dei
contribuenti circa 1,2 miliardidi euro di maggiori
oneri
“.

La mancata abrogazione della norma che impone la
corresponsabilità dell’Iva e delle ritenute per appalti e sub-appalti.
significa inoltre 1,296 miliardi di euro di oneri. A questi si aggiunge la
conferma dell’addizionale Tares di 0,30 euro a mq, che significa quasi 2
miliardi di euro
e ancora la liquidazione a carico dei contribuenti, prima dei
tributi Tarsu, Tia1 e Tia2, e poi il ricalcolo della Tares a saldo, insieme al
nuovo tributo addizionale che arriva a superare i 6 miliardi di euro. Infine, non va
dimenticato l’obbligo del doppio calcolo dell’Imu dovuta, prima in acconto e
poi a saldo, che ammonta a oltre 1 miliardo e 200 milioni.

Tirando le
somme, si raggiunge la ragguardevole cifra di quasi 10 miliardi e 500 milioni
di euro.

Un caso pratico. Secondo lo
studio di Cna, a una piccola impresa con un immobile industriale (D1) di 2.100 mq e
due abitazioni (una principale di 150 mq e una seconda casa di 250
mq), stando a quanto contenuto nel decreto legge sui debiti della Pa, costerà
2mila e 400 euro la mancata abrogazione della norma che impone la
corresponsabilità dell’Iva e delle ritenute in appalti e subappalti. La conferma dell’addizionale Tares dello 0,30 euro a mq
costerà altri 750 euro.
L’autoliquidazione prima dei tributi Tarsu Tia1 e Tia2 e poi il ricalcolo della
Tares a saldo insieme al nuovo tributo addizionale aggiungerà costi per 300 euro. Infine,
l’obbligo del doppio calcolo Imu, dovuta prima in acconto e poi a saldo, graverà per  60 euro. Totale per il nostro signor piccolo imprenditore si arriva a una spesa di 3mila e 500 euro in un anno.

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