All’Idf, Craig Barrett offre potenze sempre maggiori

Numerose sono le novità presentate da Intel nella propria manifestrazione dedicata agli sviluppatori. A partire dalle tre grandi famiglie di chip: Ia-32 e Prestonia, Ia-64 e Montecito, Xscale e gli Ixp.

In un periodo di grandi novità e annunci per il settore dei semiconduttori, la parola di Intel viene affidata alla manifestazione annualmente organizzata per gli sviluppatori, ovvero l’Idf (Intel Development Forum). Una settimana di lavori e sessioni, organizzate per oltre 4000 tecnici provenienti da 55 nazioni, chiarisce in modo definitivo la situazione presente e futura vista dalla mamma di tutti i Pentium. Nelle varie sessioni si respira molto software e desiderio di nuove soluzioni, ma l’attenzione principale è rivolta al core business, i microprocessori.

Le linee di prodotto del colosso di Santa Clara sono attualmente tre: Ia-32, Ia-64 e la nuova Xscale. Cerchiamo di fissare le idee in tutti I settori.
Per quanto riguarda la classica linea x86 a 32 bit, che comprende i Pentium III e 4, le novità principali sono sul lato dei server, con Prestonia. Si tratta del primo modello per server basato sulla tecnologia del Pentium 4.
Per la famiglia Ia-64 è stata, invece, annunciata una vera novità: Montecito, il nome in codice dell’Itanium previsto per il 2004. Grazie ad una tecnologia a 90 nm (0,09 micron) le prestazioni saranno addirittura multiple di quelle attuali, grazie a soluzioni provate nel 2003 sulle versioni Madison (grande L3C on-chip) e Deerfield (Dp ottimizzato). La microarchitettura si avvarra‚ dell’HyperThreading, che aumenta il parallelismo interno sfruttando le unità di esecuzione libere che al momento del lancio fu soprannominata Smt (Simultaneous multi threading), che suona simile al classico Smp, symmetrical multiprocessing.


Il presidente Craig Barrett, che nella sessione di apertura ha offerto un’ottimistica visione del futuro dell’It, ha affermato con sicurezza che c’è ancora grande bisogno di personal computer e per loro di una potenza ancora più esuberante di quella attuale, in linea con la crescente velocita‚ dei nuovi Pentium. Anzi, tra quindici anni avremo transisto da 10 nanometri su wafer da 45 cm per chip con un clock pari o superiore a 30 GHz, quindi possiamo stare tranquilli.

Gli annunci piu‚ interessanti vengono pero‚ dalla nuova architettura, Xscale. Si tratta di una soluzione per tutti gli ambienti embedded, dai telefoni cellulari alle centrali telefoniche, passando per gli handheld e tutte le proposte consumer. Il progetto di base parte dall‚architettura Arm 5 con la quale ha la compatibilità software, mantenuta anche con la Arm 4 in modalita‚ emulazione. La cosa ha un grande rilievo, in quanto Arm 4 e‚ la struttura di base dell‚attuale StrongArm. Il processore proveniente da Digital che ha cambiato il computing palmare e‚ al canto del cigno: Mike Wall, general manager della sezione Ibd, ha infatti dichiarato che «questo nome non verra‚ piu‚ fatto».

Xscale eredita la clientela del 960 e dello stesso StrongArm, dando a tutti questi settori gli stessi riferimenti architetturali e di sviluppo software. La novità è che le unità di esecuzione sono multiple e ottimizzate a seconda del compito: esecuzione di applicazioni per gli handheld, spostamento di dati per il networking e così via. I chip di questa famiglia sono oggi 6, dei quali 3 per il networking, uno per lo storage e due per i palmari. Ciascun tipo è contraddistinto da una sua sigla di riferimento: Ixp per il networking, Iop per lo storage e Pxa per gli handheld.

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