All’artigiano tecnologico piace lavorare in rete

Un’indagine della Cna di Firenze spiega che avanza una nuova figura di imprenditore. Che cerca collaborazione con le altre aziende

In molti non se ne erano accorti, ma anche l’artigiano ha fatto grandi passi
avanti dal punto di vista del rapporto con le tecnologie. Lo sostiene
un’indagine di condotta da Cna Firenze su un campione di piccole e medie imprese
secondo la quale, oltre ad avere buone conoscenze tecnico-scientifiche,
l’artigiano tecnologico è fortemente orientato al problem
solving
e utilizza le proprie tecnologie in maniera specifica per
risolvere problemi specifici.


Questa nuova figura imprenditoriale, sempre più
diffusa, raccoglie operatori prevalentemente giovani – fra i 35 e 44 anni – con
titolo di studio elevato (laurea) in materie scientifiche quali ingegneria,
matematica, informatica. Il 17% del campione preferisce partecipare a convegni e
fiere per approfondire ed aggiornare le proprie conoscenze, mentre un
altro 17% preferisce la consultazione di siti web

e la partecipazione a master.
Il 73% degli intervistati sceglie i propri
dipendenti fra persone di età compresa tra i 20 e i 39 anni con titolo di studio
di scuola media superiore (diploma) o laurea. La forma contrattuale di gran
lunga più frequente è il tempo indeterminato (88%), mentre l’apprendistato –
tradizionale canale d’inserimento delle fasce giovanile nell’impresa artigiana –
è del tutto marginale (3%). Per quel che riguarda le qualifiche, pesi
percentuali forti presentano i quadri e gli impiegati tecnici (23%), da un lato,
e gli operai specializzati (19%), dall’altro.



La cooperazione fra aziende è uno degli aspetti più consistenti all’interno della ricerca. Il 76% degli intervistati ha infatti dichiarato di aver avuto nel periodo 2003-2006 esperienze di collaborazione con altre imprese, dal profilo simile.
Naturalmente la
propensione a cooperare non è disgiunta dallo spirito di competizione e dalla
difesa gelosa del proprio know how. Di particolare rilevanza appare la
figura imprenditoriale
del capo-fila, ovvero di colui che
“cerca” le commesse, mette insieme un gruppo di piccole imprese,
co-partecipa alla progettazione delle soluzioni, sempre rimanendo interlocutore
privilegiato del committente.


Nell’indicare i parametri usati per valutare il “successo” di
un’impresa, dall’insieme delle risposte emerge un quadro molto variegato ed
equilibrato: accanto ad un 14% di risposte “tradizionali” (indicatori
economico-aziendali: indici di redditività, soprattutto), è dato ritrovare un
buon 20%, che fa riferimento alla costruzione-difesa della nicchia, un discreto
18%, che mette in campo il padroneggiamento delle tecnologie ed
un altrettanto discreto 16%, che enfatizza la gratificazione creativa, il
piacere dell’inventare.

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