Allarme pirateria per Apple

Un nuovo servizio “inventato” in Cina consente di installare applicazioni iOS “piratate” su qualunque dispositivo della Mela senza eseguirne preventivamente il jailbreaking e senza sborsare un solo centesimo.

A distanza di poche ore dalla notizia della chiusura di alcuni noti servizi che facilitavano il jailbreaking
dei dispositivi mobili di Apple e l’installazione di applicazioni non
regolarmente acquistate, la Mela si trova a dover affrontare una nuova
minaccia. Il pericolo, questa volta, è rappresentato da un’applicazione
cinese battezzata col nome di KuaiYong: la traduzione italiana corrisponde, all’incirca, all’espressione “utilizzare velocemente“.
Perché KuaiYong costituisce un pericolo per Apple e per la i suoi
sviluppatori? Perché il servizio “inventato” dal giovane Xie Lei
consente di installare applicazioni iOS “piratate” su qualunque
dispositivo della Mela senza eseguirne preventivamente il jailbreaking e senza sborsare un solo centesimo.

KuaiYong
si presenta sotto forma di un’applicazione per sistemi Windows che
sfrutta principalmente le licenze enterprise di Apple grazie alle quali
un’applicazione può essere installata su molti device. Stando alle prime
analisi, KuaiYong distribuirebbe la medesima copia di ciascuna
applicazione insieme con lo stesso sottoinsieme di credenziali
crittografate.

Secondo il noto ricercatore Stefan Esser, KuaiYong
potrebbe presto divenire un ottimo strumento per la distribuzione di
malware. Sebbene le varie applicazioni iOS – grazie ai meccanismi di
sandboxing impiegati – possano effettuare un numero limitato di
operazioni, malware “più specializzati” potrebbero essere agganciati a
programmi che raccolgono informazioni o monitorano l’attività
dell’utente.

È altamente probabile, comunque, che KuaiYong possa
essere ben presto preso di mira dai legali di Apple perché destinato ad
alimentare il malcontento che serpeggia nella comunità degli
sviluppatori. Esaminando i log forniti dai produttori di alcune famose
applicazioni, è immediato accorgersi di come siano tanti gli utenti che –
dopo aver pagato centinaia di euro un dispositivo Apple – preferiscono
“piratare” prodotti software dal costo piuttosto contenuto.

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