Al Digitshow di Bari si parla di Ict

Potenzialità inespresse, comunicazione difficoltosa tra operatori e mercato ma tanta voglia di non mollare. Ecco un resoconto del convegno organizzato dal distributore Digits

20 giugno 2003 Dovevano arrivare in 120 al primo giorno di
apertura, 17 giugno 2003, del Digitshow a Bari, una tre giorni di aggregazione
per i rivenditori del Sud, organizzato per il terzo anno consecutivo da Digits,
distributore di Bari. Ma a metà mattinata i rivenditori presenti erano solo
qualche decina.
“C’è evidentemente uno scollamento tra noi operatori, tutti, dai vendor ai distributori, dalla stampa agli analisti e il mercato reale. E’ un problema di comunicazione, di linguaggi diversi, continuiamo a parlarci addosso” commentiamo in sala in attesa del loro
arrivo. Si dà comunque il via al convegno organizzato dai padroni di casa
“Il ruolo delle terze parti dell’Ict per lo sviluppo dell’economia del
Mezzogiorno”
e prende la parola Enzo Cutrignelli, amministratore unico di Digits. “La nostra azienda è presente sul mercato da 15 anni e dopo tutto questo tempo ci siamo ancora, mentre ho visto passare altri e sparire come meteore”. Quale è il segreto del successo? Cita Tommaso Fiore, scrittore pugliese antifascista: “I pugliesi sono un popolo di formiche”.
“Ecco – commenta Cutrignelli – io mi sento appartenere pienamente a questo popolo. Siamo sempre stati vicini ai nostri clienti con impegno, risolutezza, abbiamo presidiato il territorio come dei soldati, abbiamo gli stessi riferimenti culturali e parliamo la stessa “lingua”. Conosciamo i problemi che ci accomunano e ascoltandoci gli uni gli altri abbiamo superato le difficoltà. Ora è necessario fare un salto di qualità e trasformarci da artigiani a imprenditori”. Non vengono indicate ricette particolari, però, se non la capacità di mantenere un rapporto reale, costante nel tempo con i vendor in primo luogo. “I nostri primi fornitori sono stati Epson e Philips, un rapporto che dura da 15 anni”.

Intanto vengono snocciolati dati Assinform Unioncamere dai quali emerge che la spesa It nel 2002 ha visto la Puglia posizionata al decimo posto in Italia e un incremento delle imprese Ict al Sud dell’8%. La Regione Puglia, inoltre, ha da tempo approvato un piano regolatore per 850miliardi delle vecchie lire da investire in progetti Ict, 350 dei quali per l’infrastruttura e 500 per la sensibilizzazione, incentivi per gli acquisti di pc e periferiche, accessi a Internet e così via. “Ma pochi lo sanno – precisa il giornalista scientifico Pino Bruno che ha fornito questi dati – perché la Pa non ha comunicato l’iniziativa in modo adeguato. Nella vicina Basilicata una operazione simile è stata avviata da tre anni e ha stimolato il mercato. Abbiamo potenzialità, ma sono ancora inespresse”.
“Come i pugliesi – interviene Maurizio Cuzari, amministratore delegato di Sirmi – anche gli informatici sono un popolo di formiche, ma a differenza delle formiche non sanno fare squadra. Ognuno viaggia nella sua professione per conto suo, mancano momenti di aggregazione e quando vengono proposti non se ne coglie l’opportunità, fatichiamo a trovare le competenze quando ne abbiamo bisogno, non sappiamo diventare parte di un’associazione di categoria che possa aiutare a difendere i nostri interessi”.
Infine una critica verso tutto il sistema It che ha venduto tanto, troppo negli anni passati, senza però aver saputo comunicare la percezione che questi oggetti fossero veramente utili. “Oggi – conclude Cuzari – siamo disillusi dalla tecnologia, e allora come facciamo a convincere i nostri clienti? Dobbiamo ricominciare daccapo e riuscire a riconquistarli, coccolandoli, corteggiandoli”.

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