Al CeBit si parla di skill

Massimi sistemi: dalla Merkel alla Russo, cose sacrosante, ma anche un po’ ovvie.

La serata di inaugurazione del CeBit di Hannover ha registrato un dibattito su lavoratori, It e sul loro destino congiunto, a cui hanno partecipato politici e manager.

Il Lucarelli tedesco, Willi Berchtold, a capo di Bitkom, l’associazione germanica dei produttori di Ict, ha lamentato il fatto che oggi si formano pochi specialisti It e che i produttori di Ict tedeschi fanno fatica a trovare personale qualificato.

La circostanza penalizzerebbe l’economia tedesca oltre misura, specie se si considerano le cose dette dal governatore della Bundesbank, Axel Weber, appena qualche giorno fa: ottimismo sulla crescita economica del paese per il biennio 2007-2008, bilancio positivo dell’ultimo decennio (1996-2006) in cui l’economia tedesca è cresciuta grazie a metallurgia e informatica.

La Cancelliera tedesca, Angela Merkel, ha seguito la stessa linea di Berchtold, rincarando la dose: quello dello skill shortage in Ict non è un problema solo della Germania, ha sostenuto, ma di tutta l’Europa. La causa: la diminuzione del numero di laureati in materie tecnologiche.

Sempre secondo la Cancelliera, di fronte a uno scenario simile, le società che ritengono i dipendenti vicini alla pensione, li richiamano in servizio e, soprattutto, formano sull’Ict quelli in ruolo, sono tutt’altro che da biasimare.

Le cronache da Hannover riportano anche l’intervento del ceo di Alcatel Lucent, Patricia Russo, che ha sostenuto che il training continuo e allargato a sempre più lavoratori è la chiave dello sviluppo.

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