L’intelligenza artificiale sta riscrivendo le regole del mondo digitale, ma non sempre in meglio. Secondo il nuovo State of the Internet Report 2025 pubblicato da Akamai Technologies, il traffico generato dai bot basati su AI è cresciuto del 300% in un solo anno, minacciando la sostenibilità dei modelli di business che reggono l’economia del web. Un fenomeno che, oltre a falsare le analisi di traffico e l’efficacia delle campagne pubblicitarie, colpisce in modo diretto settori chiave come editoria, e-commerce e sanità.
L’allarme del Digital Fraud and Abuse Report 2025 di Akamai
Il Digital Fraud and Abuse Report 2025 di Akamai, che analizza ogni anno le tendenze globali legate alla sicurezza digitale, rivela che i bot basati su intelligenza artificiale costituiscono ormai circa l’1% del traffico totale automatizzato osservato sulla piattaforma dell’azienda. La loro crescita esplosiva è legata soprattutto allo scraping dei contenuti, cioè alla raccolta automatica di testi, immagini e dati da siti web per alimentare strumenti generativi o modelli linguistici.
L’impatto economico è notevole: gli editori digitali vedono deteriorarsi i propri dati di audience e crollare i ricavi pubblicitari, perché i bot estraggono valore dai contenuti senza restituire nulla. Allo stesso tempo, i sistemi di analytics aziendali vengono distorti da volumi anomali di traffico artificiale che compromettono decisioni e strategie.
Dallo scraping alle frodi digitali: l’altra faccia dell’intelligenza artificiale
Il report evidenzia come la diffusione di strumenti basati su AI stia abbassando la soglia di accesso al cybercrimine. Non servono più competenze avanzate per sferrare attacchi di impersonificazione, orchestrare truffe di social engineering o creare identità false. Bot come FraudGPT e WormGPT vengono impiegati per generare campagne di phishing, documenti e immagini falsificate, alimentando una nuova ondata di frodi digitali.
Tra i settori più colpiti, l’editoria online guida la classifica con il 63% degli attacchi bot identificati, seguita dal commercio elettronico, che in soli due mesi ha registrato oltre 25 miliardi di richieste automatizzate. Nel comparto sanitario, oltre il 90% dei bot AI è riconducibile a operazioni di scraping legate alla ricerca e al training di modelli, con un rischio crescente per la privacy dei dati sensibili.
Akamai spiega come difendersi dai bot basati su AI
La risposta, secondo Akamai, deve essere strutturale. Le aziende sono chiamate a sviluppare strategie di protezione basate sui tre framework OWASP Top 10, specifici per applicazioni web, API e modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM). Queste linee guida consentono di individuare le vulnerabilità più critiche — dal controllo degli accessi agli attacchi injection — e di stabilire priorità di intervento in base al rischio di frode.
Il report, curato in collaborazione con l’organizzazione non profit FS-ISAC, include inoltre analisi geografiche, rubriche tecniche e un manuale dedicato alle categorie dei bot scraper basati su AI, offrendo un quadro completo del fenomeno e delle contromisure possibili.

«L’aumento dei bot basati sull’AI non è più solo questione di sicurezza, ma una necessità aziendale», dichiara Rupesh Chokshi, Senior Vice President e General Manager della divisione Application Security di Akamai. «I leader devono agire subito per creare sistemi in grado di garantire un’adozione sicura dell’intelligenza artificiale, gestire i rischi in evoluzione e proteggere le operazioni digitali».
Un campanello d’allarme per l’intero ecosistema digitale
Giunto all’undicesimo anno di pubblicazione, il State of the Internet Report conferma il ruolo di Akamai come osservatore privilegiato del web globale, grazie a un’infrastruttura che gestisce oltre un terzo del traffico Internet mondiale. I dati raccolti mostrano un cambiamento profondo: la linea che separa l’uso virtuoso dell’intelligenza artificiale dagli abusi si fa sempre più sottile.
In un contesto dove i bot AI agiscono senza controllo, la sfida non è soltanto tecnica ma economica. Difendere l’affidabilità dei dati, l’efficacia della pubblicità digitale e la sicurezza delle transazioni online diventa oggi un fattore competitivo cruciale per la sopravvivenza stessa dell’economia digitale.





