Agenda Digitale Italiana: ecco gli impegni

Pubblico il documento con gli impegni formali. Promozione dell’ecommerce presso le Pmi, servono 400 milioni per la banda larga al Centro-Nord, avanti tutta con la digitalizzaizone della scuola.

È stato reso disponibile online il documento che illustra, passo per passo, tutte le azioni e le priorità dell’Agenda Digitale del Paese.
Il documento che illustra, in sintesi, gli adempimenti e gli impegni che la cabina di regia si assume già nelle prossime settimane e in prospettiva negli anni a venire.

Come avevamo già anticipato nelle scorse settimane, per la realizzazione dell’Agenda Digitale del Paese si sono costituiti sei gruppi di lavoro, ai quali viene chiesta una relazione settimanale sull’andamento dei lavori e un incontro mensile di coordinamento con gli altri gruppi.
Nonostante, come vedremo, gli obiettivi sono di medio termine, la calendarizzazione dei primi impegni è stata stabilità su un arco di quattro mesi, necessari per la definizione del contesto, l’individuazione degli ostacoli, la definizione del quadro finanziario, il disegno dei nuovi progetti, la valutazione delle loro ricadute.
L’agenda digitale italiana, che si doterà di un sito pubblico e di un indirizzo di posta elettronica agenda.digitale@governo.it, dovrà rendere pubblico entro il prossimo 30 giugno un documento descrittivo, che ne illustri filosofia, finalità, obiettivi e strategie.

Ma veniamo agli impegni concreti.
Per quanto riguarda la parte infrastrutturale, si parla di banda larga di base per tutti entro il prossimo anno, mentre entro il 2020 copertura con banda larga veloce almeno fino a 30 Mbps su tutto il territorio della Ue, con almeno il 50% dei cittadini della ue coperti con servizi a banda ultraveloce.
Per quanto riguarda il nostro Paese, per le 8 regioni del Centro Sud sono state reperite le risorse necessarie per azzerare il digital divide, mentre per il Centro Nord mancano 400 milioni di euro per chiudere il divide su 2 milioni di cittadini ancora esclusi dal servizio.
Il potenziamento della parte infrastrutturale sarà accompagnato dalla realizzazione di data center, ai quali afferiranno le attività di digitalizzazione della didattica e della pubblica amministrazione, e di un Computer Emergency Response Team (Cert) che si occuperà della sicurezza delle reti e delle prevenzione di attacchi informatici.
Tutto questo complesso di attività secondo quanto si legge nel documento, dovrebbe dare lavoro a 8000 persone e comporta l’apertura di 3600 cantieri.

La seconda leva sulla quale poggia l’Agenda Digitale Italiana è invece l’ecommerce.
L’impegno e l’obiettivo, in questo caso, sono di portare il 50% della popolazione a utilizzare il commercio elettronico e almeno il 33% delle piccole e medie imprese a utilizzare l’ecommerce per le loro attività di acquisto e di vendita.
Importante è proprio il focus sulle piccole e medie imprese: nel documento si sottolinea infatti come lo scorso anno le realtà che hanno utilizzato l’ecommerce e che hanno una attiva presenza online sono iriuscite a crescere di un se pur modesto 1,5%, che contrasta con il calo del 4,5% segnalato dalle realtà che non hanno alcuna presenza in rete.
Poiché l’Italia mostra un ritardo importante rispetto al resto d’Europa, il benchmarking con gli altri Paesi dell’Unione viene considerato buona pratica, mentre vengono indicate come importanti azioni volte da un lato a favorire l’alfabetizzazione sia verso gli utenti sia verso le imprese, dall’altro a promuovere la moneta elettronica o regimi fiscali diversi per gli acquisti e le vendite effettuati online.

Venendo al capitolo e-Government, l’apertura è di segno positivo.
I servizi attualmente implementati hanno raccolto pareri favorevoli in seno all’Unione Europea.
L’obiettivo, in questo caso, è promuovere la domanda di servizi online presso i cittadini e lavorare su tre aree chiave: la parte regolatoria, le infrastrutture e le Reti-Paese che includano oltre al mondo dell’Education anche la Giustizia e la Sanità.

Poiché non è ipotizzabile uno switch off verso il digitale senza un’adeguata alfabetizzazione dei cittadini, l’Agenda Digitale si occupa anche di come chiudere il divario tra i nativi digitali e quella parte consistente della popolazione che non ha e non ha mai avuto accesso alla rete.
Importante è la responsabilità affidata alle istituzioni scolastiche, che da sole riescono a contattare, ed educare al digitale e in prospettiva in digitale, 29 milioni di cittadini: per questo proseguono e si rafforzano i programmi di digitalizzazione della didattica.
Il gruppo di lavoro deve inoltre estendere ad altre categorie sociali le metodologie implementate nella didattica e operare in un’ottica di inclusione delle categorie più deboli promuovendo ad esempio il telelavoro.

Il quinto gruppo di lavoro, che si occupa di ricerca e innovazione, ha tra gli obiettivi promuovere l’adozione dell’Ict come motore di innovazione peril mondo produttivo e industriale e per il mondo manifatturiero nello specifico.
In questo caso, le misure ipotizzate sono di tipo fiscale, con modelli di credito di imposta, agevolazioni e garanzie di credito, eventuali finanziamenti.
Non solo.
I data center sviluppati all’interno del ministero per lo Sviluppo Economico potrebbero essere utilizzati per sperimentare nuove generazioni di servizi web-based.

L’ultimo capitolo dell’Agenda digitale italiana è dedicato alle Samrt Communities. In questo caso l’impegno è realizzare un piano nazionale, garantendo la realizzazione delle infrastrutture che le possano abilitare.

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