ADSL senza problemi

Tutte le soluzioni ai problemi della banda larga: dai ritardi di attivazione,all’ottimizzazione delle prestazioni, dalle questioni contrattuali alle disdette, passando per la configurazione del modem e dell’impianto telefonico

marzo 2004 Basta una rapida occhiata sui newsgroup specializzati (per esempio it.tlc.telefonia.adsl) per rendersi conto di quanti siano oggi i problemi incontrati da chi decide di passare alla banda larga richiedendo al proprio Internet Service Provider una connessione ADSL.

I più protestano per i tempi esageratamente lunghi necessari per l’attivazione della linea, solitamente imputabili a Telecom Italia che deve operare non solo per i propri clienti ma anche per quelli degli altri ISP (l’ultimo tratto della connessione dipende il più delle volte dall’operatore nazionale).

Seguono le lamentele di chi desidera cambiare provider e per farlo deve disdire una fornitura già attiva: oltre alle numerose formalità richieste e ai periodi di interruzione del collegamento a cui si va incontro in questi casi, molti lamentano il fatto di dover pagare pesanti penali per la disdetta dei contratti in essere.

Ma oltre a queste problematiche di natura contrattuale, che vengono affrontate in dettaglio nelle pagine seguenti dal punto di vista dell’avvocato, sono altrettanto numerose le questioni legate all’utilizzo pratico della banda larga. Appena superata la fase di attivazione del collegamento, infatti, il più delle volte ci si trova a dover risolvere inconvenienti tecnici che impediscono la corretta navigazione.

Manca la linea, il modem non è allineato
Prima di tutto va chiarito che tra il momento in cui si riceve a casa il modem, nel caso in cui si sia richiesto al proprio provider il noleggio di tale dispositivo, e la reale attivazione della linea, possono trascorrere anche diverse settimane, in quanto il tratto finale del collegamento (dall’abitazione alla centrale telefonica di zona) non dipende dal fornitore dei servizi Internet bensì da Telecom Italia, che deve provvedere ad eseguire la connessione fisica entro un mese dalla richiesta dell’ISP (a meno che non si utilizzi un altro gestore telefonico indipendente, come Fastweb o Libero Senza Canone).

Pertanto può capitare di trovarsi in possesso del modem e dei parametri necessari ad effettuare la navigazione (username, password, indirizzi dei server) ancora prima che la linea sia realmente collegata, e che persino la propria casella di posta elettronica sia già funzionante e abilitata all’invio e alla ricezione di messaggi senza che si sia fisicamente in grado di accedervi (questa può comunque essere utilizzata sfruttando un altro collegamento a Internet).

In questo caso succede che, una volta installato il software di sistema necessario ad effettuare la connessione remota e collegato al computer il modem, questo non prenda la linea e risulti “non allineato” (vedi figura sottostante),

in quanto la connessione con la centrale di smistamento ADSL non è abilitata sull’impianto telefonico della propria abitazione.

Quando si verifica questo problema non rimane altro da fare che contattare il proprio fornitore di servizi Internet perché questi solleciti a sua volta Telecom Italia ad effettuare il collegamento.

Ma se ci viene riferito che la connessione è stata già attivata, allora il problema potrebbe riguardare il nostro impianto telefonico o l’errata installazione dei filtri ADSL.

Problemi sull’impianto, uso dei filtri
Se non si riesce a stabilire una connessione perché il modem risulta non allineato (di solito una spia lampeggiante indica questo problema) nonostante il collegamento tra l’impianto telefonico di casa e la centrale ADSL sia stato già effettuato, allora è probabile che ci sia qualche problema nell’installazione dei filtri ADSL.

Questi vengono utilizzati per isolare il modem da eventuali disturbi che potrebbero essere causati dal canale telefonico, in quanto la trasmissione dei dati utilizza la linea telefonica già esistente condividendola con le comunicazioni vocali.

Normalmente per questo scopo si adotta la configurazione a filtri “distribuiti”, che prevede di applicare a ciascuna presa telefonica un filtro tripolare o di tipo RJ: questo sdoppia la presa originale realizzandone di fatto due nuove, una per il modem ADSL e una per un normale telefono o segreteria telefonica.

In questo caso, se il modem non si allinea, bisogna accertarsi di avere collegato la presa “line” del dispositivo direttamente a una presa non filtrata oppure al connettore dati di un filtro installato su una presa condivisa con un telefono (vedi figura sottostante).

Se si invertono le prese il modem non è in grado di rilevare la linea ADSL e allo stesso tempo le comunicazioni vocali possono risultare disturbate.

Altre volte, invece, non si possono usare i filtri distribuiti, per esempio quando l’impianto telefonico comprende centralini, intercomunicanti, smart box o sistemi di telesoccorso o teleallarme collegati al telefono. In tutti questi casi non si deve collegare il modem direttamente alle prese telefoniche (non prenderebbe la linea e tutto l’impianto potrebbe avere malfunzionamenti) ma è necessario adottare una configurazione a filtro “centralizzato” o splitter.

Questo deve essere montato da un tecnico del proprio gestore telefonico sulla prima borchia dell’impianto in modo da isolare all’origine i servizi fonia dal traffico dati, che viene dirottato su una specifica presa dedicata. A questa presa, e solo a questa, va collegato il modem ADSL senza ulteriori filtri.

Interfaccia di collegamento, Ethernet o USB
Una volta accertata l’attivazione della linea ADSL e verificato il corretto utilizzo dei filtri, c’è ancora un elemento esterno al computer da cui potrebbe dipendere il fallimento della connessione a Internet: l’interfaccia di collegamento del modem.

Ne esistono due tipi, USB o Ethernet, sebbene quello di gran lunga più utilizzato sia il primo: i modem USB, infatti, sono molto più economici e solitamente più semplici da installare, in quanto possono essere collegati direttamente al PC senza nemmeno la connessione alla presa di corrente e non richiedono alcuna configurazione se non l’installazione del proprio software fornito a corredo.

I modelli Ethernet, invece, sono veri e propri dispositivi di networking (vedi figura sottostante),

con tanto di indirizzo IP proprio, che devono essere opportunamente configurati nella rete locale anche se si usa un solo computer senza una vera e propria LAN. Questi sono disponibili sia in configurazione esterna (il classico box da collegare alla presa di corrente e alla porta di rete del computer) sia come scheda interna da installare in uno slot di espansione del PC.

I modelli Ethernet sono da preferire quando si vuole realizzare la condivisione della banda larga all’interno di una rete locale sia a casa sia in ufficio, oppure quando si utilizza con computer Macintosh.

Indipendentemente dalle ragioni che portano alla scelta di tipo di modem o dell’altro, è di fondamentale importanza comunicare al proprio provider quale interfaccia adotta il dispositivo utilizzato: ciò avviene solitamente durante la fase di richiesta del servizio, però non bisogna scordarsi di avvertire tempestivamente il supporto tecnico dell’ISP in caso di variazioni successive, inoltre è bene accertarsi che il modem ricevuto eventualmente in comodato o a noleggio corrisponda al modello effettivamente richiesto.

Ciò perché in base all’interfaccia adottata dal modem la connessione viene gestita con modalità differenti: attraverso il protocollo PPPoE (PPP over Ethernet) nel caso di un modem Ethernet oppure PPPoA (PPP over ATM) nel caso di un modello USB.

E il corretto tipo di protocollo va impostato sia sul computer dell’utente (operazione svolta dal software di configurazione) sia sul server del provider (operazione svolta manualmente da un operatore remoto).

In caso di difformità di protocollo tra client e server, la connessione non può essere stabilita nemmeno se il modem risulta correttamente allineato alla linea.

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