Adobe a tutto tondo nel workflow documentale

Arrivano sul mercato i frutti dell’acquisizione di Macromedia, ma non solo. Le ultime mosse raccontate dal responsabile italiano Giuseppe Verrini

Gli ultimi mesi sono stati testimoni di una vorticosa attività di annunci da parte di Adobe, che ha voluto in questo modo festeggiare i sui primi 25 anni di attività. Ne ripercorriamo le mosse con Giuseppe Verrini, managing director Southern Europe, Mediterranean, Middle East e Africa di Adobe Systems: «Sono quattro i pilastri attorno ai quali si è concentrata la nostra strategia. Nel gennaio scorso è arrivata la release Acrobat 8, che ha visto un maggior sviluppo nelle aree di condivisione delle informazioni e di collaborazione. Un prodotto, quindi, sempre più orientato ai knowlege worker, che oggi sono stimati essere circa 25 milioni nel mondo, mentre secondo noi i lavoratori della conoscenza, che hanno sempre più bisogno di interagire con le informazioni, di scambiare i documenti e collaborare tra loro possono essere tra 125 e i 130 milioni, per cui per quanto ci riguarda c’è molto spazio per crescere. Inoltre, sul fronte Pdf, abbiamo di fatto ceduto le specifiche all’Aiim, l’Enterprise Content Management Association, per ottenerne la pubblicazione da parte dell’Iso, per cui il Pdf diventa completamente aperto, in quanto non sarà più sviluppato da Adobe, che lo ha fatto per 15 anni, ma dall’ente. In questo modo da standard de facto il nostro Pdf diventa standard de iure».

Un secondo importante annuncio ricordato da Verrini è arrivato a fine marzo con Creative Suite 3, che rappresenta quasi i due terzi del fatturato Adobe, anche in Italia, nella quale per la prima volta è stata unita la tecnologia dell’acquisita Macromedia con quella Adobe: «Creative Suite 3 è stato il più grosso lancio della storia della nostra società: 6 suite nuove, 13 prodotti, 80 milioni di linee di codice riscritte. È lo strumento per la creazione di design destinanti alla stampa, al Web, all’interattività e alla mobilità. La suite è disponibile in edizione Premium, Standard e Master Collection, che riunisce in un unico toolset tutti i nuovi prodotti. La Suite 3 rappresenta non solo una proposta importante in fatto di innovazione, ma anche di produttività, in quanto prima si aveva una serie di prodotti singoli che oggi sono stati messi insieme, per cui offriamo una piattaforma comune su cui lavorare e nella quale tutti i flussi sono integrati».

Uno studio conferma la strada intrapresa

Un terzo strategico lancio, rilasciato a inizio giugno è LiveCycle Enterprise Suite (che analizziamo in dettaglio nel box), per cui Verrini sottolinea come Adobe abbia riposizionato tutti i prodotti server, che in parte sono stati riscritti e in parte integrati con i prodotti di Macromedia. In questo modo si sono fusi tutti i benefici della parte document oriented con tutta la parte end user oriented. «Questa strategia è in linea anche con uno studio che abbiamo condotto con l’Economist Intelligence Unit, che ha evidenziato dei risultati interessanti, il cui succo è che la cosa più importante per le aziende vincenti del futuro non sarà fare il miglior prodotto, proporre i prezzi migliori, ma saper creare l’interazione e la capacità di attirare e di coinvolgere gli utenti finali, siano essi i cittadini o i clienti. È dimostrato, infatti, che un maggior coinvolgimento del cliente determina una maggior fidelizzazione. Per cui questo studio, è in linea con l’approccio adottato a suo tempo dalla nostra Suite».

Infine un quarto tassello della strategia di Adobe riguarda il mobile. «Come siamo riusciti a portare su pc, a 700 milioni di utenti, il Flash Player, stiamo facendo la stessa cosa anche sul fronte mobile– prosegue Verrini -. Infatti, nel febbraio scorso abbiamo raggiunto i 200 milioni di copie vendute di Flash Lite, il runtime di Flash Player appositamente progettato per il mobile e nel giro di 18-24 mesi si prevede che il numero di Flash Lite supererà il miliardo. Infatti, i sei principali costruttori di device mobili hanno tutti Flash Lite embedded nella nuova generazione di prodotti. Questo fatto sta creando, come è già successo con i pc, un client universale su cui si può fare streaming, broadcast e servizi di news. E oggi tutti i trend ci aiutano, perché con l’affermarsi di Web 2 e del social networking, ora tutti vogliono creare contenuti e diffonderli e lo fanno con le nostre tecnologie».

A tutto questo, infine, va anche aggiunto il lancio di Apollo, un ambiente di esecuzione universale oggi in beta, il cui rilascio è previsto dopo l’estate, che consente di allargare la capacità degli applicativi Web oltre il browser, «per cui si può dire che Adobe ha tutti gli strumenti per attendersi un anno ricco di risultati a coronamento dei primi 25 anni di attività» conclude il managing director italiano.

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