Acotel, un’azienda che si apre al futuro

Si allarga dal business locale agli scenari internazionali l’orizzonte del wireless Asp romano. Al successo dei propri servizi, si aggiunge un’espansione fatta di aperture in Brasile e Cile, nonché acquisizioni, come quella dell’irlandese Jinny Software

L’amarezza provocata da un mercato immobile, incapace di opporsi alla de-standardizzazione portata avanti da poche società, spinge il “tecnocrate” – come ama definirsi – Claudio Carnevale, Ceo di Acotel, a tratteggiare a tinte fosche il futuro del settore dei servizi di telecomunicazione. Questo nonostante la sua sia una storia di successo. Infatti, l’azienda, che opera come Wireless Application Service Provider (WASP), è tra i principali players in Italia nella fornitura di servizi informativi personalizzati (notiziari, informazioni sportive e finanziarie, ecc.) in tempo reale su tutti i media telematici. Fin dalla sua nascita, avvenuta nel 1992, Acotel concentra la propria attività nei servizi informativi e nel 1996 sigla un accordo strategico con il Gruppo Telecom grazie al quale diviene fornitore esclusivo di servizi informativi per i clienti del gestore telefonico. E’ questo un anno molto significativo per Acotel che lancia il primo servizio sperimentale di informazioni tramite SMS (Short Message).

Con la piattaforma tecnologica multimediale di cui detiene la proprietà intellettuale e quindi non paga le royalties legate al suo utilizzo, Acotel conquista in Italia una posizione di rilievo nell’ICT fornendo un’ampia gamma di soluzioni, tra cui lo ScriptTIM by Acotel e il WapTIM by Acotel e i servizi di Mobile Booking e Ticketing per Alitalia e Diners.

Benché i risultati economici registrino subito una forte crescita (nel 2001 il Gruppo realizza un fatturato consolidato di 21,8 milioni di euro con un aumento del 105% sul 2000 e un utile netto consolidato di 5,2 milioni di euro rispetto ai 1,4 milioni di euro dell’anno precedente con un incremento del 276%) in Borsa, dove viene quotato il 9 agosto del 2000, il titolo non esce indenne dal terremoto che sconquassa e travolge le dot.com. Dopo una prima impennata che le spinge a un rialzo di oltre il 125% rispetto al prezzo di collocamento, le azioni Acotel ricevono un serio contraccolpo da cui cominciano a riprendersi solo grazie alla solidità dei suoi fondamentali e agli indiscutibili successi di mercato conseguiti in Italia e nel resto del mondo. Il Gruppo, infatti, continua a promuovere lo sviluppo internazionale, lanciando prima in Cile e poi in Brasile i servizi wireless portal, ma anche acquisendo il 33% del capitale di Info2Cell, con cui avvia lo sviluppo dell’attività in Medio Oriente (Dubai), e acquistando l’irlandese Jinny Software, un wireless solution provider attivo nella fornitura di soluzioni software per i principali operatori di telefonia mobile in Irlanda e nel Medio Oriente.
Ma i successi raccolti sul mercato, non rendono più fiducioso Carnevale rispetto al futuro prossimo. Egli teme il proliferare dei sistemi proprietari che presidiano tutti i segmenti che compongono il sistema della telefonia mobile e che domani potrebbero espandersi alla televisione digitale. «Nel mondo della mobilità il controllo si è spostato dalla rete al terminale attraverso il microprocessore inserito nell’apparecchio che il cliente utilizza» e la proprietà della SIM resta saldamente in mano agli operatori. Si è passati dall’accesso generico (telefonia fissa) a quello personale, mentre l’offerta si differenzia sempre più, fino a personalizzarsi, e tutti i soggetti che compongono la filiera vogliono detenere un ruolo, possibilmente decisivo.

Per Carnevale la Società dell’ICT non c’è. Esiste piuttosto quella che non esita a definire la “carboneria della comunicazione” e lui guarda con malcelato pessimismo allo scenario che si profila per il prossimo futuro dove la differenza la potranno fare solo gli standard. «Ogni giorno Acotel tratta con operatori che assicurano una diversa copertura con strumenti diversi alimentati da tecnologie dissimili», spiega Carnevale che non crede nelle attese generate dall’avvento dell’UMTS e del GPRS. Sarà piuttosto il palmare a mutare diventando sempre più telefonino, garantendosi il mercato – e, proprio per questo, assicura, «vediamo che Microsoft tenta di riprodurre, nel mondo del mobile, quanto già accaduto per i PC, mentre il mercato assiste a tutto questo senza reagire». La soluzione, per non ricadere nel gioco perverso dei monopoli, è a portata di mano con l’open source e «Acotel è pronta a dare con Linux questa risposta».

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