Acer guarda all’America

Consolidata e rafforzata la propria posizione sul mercato europeo, la società si prepara a una doppia sfida: cogliere le opportunità sul mercato domestico, e tentare l’ingresso sul mercato statunitense

29 gennaio 2004 Perfettamente consapevole dei rumor che, ad arte o meno, cominciano a circolare ogni volta che Acer presenta le proprie trimestrali, con voluto understatement Gianfranco Lanci, presidente Emea della società, sfodera il suo asso nella manica.
Asso che in questo caso si chiama Gartner e che offre ad Acer la migliore delle garanzie: quella non richiesta né dovuta.
”Sappiamo bene che molti, e in particolare alcuni nostri competitor, mettono in dubbio la veridicità dei nostri dati – ha dichiarato Lanci –. Ma nelle ultime tre settimane, dopo essere stati accreditati al primo posto nelle vendite di notebook sul mercato europeo per il quarto trimestre dell’anno, Gartner ha deciso di sottoporre l’azienda, come è prassi in questi casi, a un attento audit, certificando i nostri numeri”.
Understatement va bene, ma una punzecchiatura sull’invidia o sul fastidio rispetto a una crescita di cui non tutti riescono a tenere il passo Lanci non se l’è lasciata sfuggire. Del resto, se lo può anche permettere.
In fin dei conti ha portato Acer al primo posto tra i fornitori di pc in Austria e Italia e tra i primi tre in Spagna, Belgio, Repubblica Ceca, Olanda e Svizzera. E l’ha saldamente collocata al primo posto tra i fornitori di notebook in otto Paesi europei.
Prime posizioni guadagnate con crescite superiori alla media di un mercato comunque in ripresa.
Se il 2003 si è chiuso per il mercato europeo dei pc con un incremento medio del 17,3%, la società mette a segno un +72%, con una punta del 135% in più nel solo quarto trimestre. Crescite superiori alla media anche in Italia, dove Acer chiude il 2003 portando il fatturato da 414 a 475 milioni di euro.
Numeri che si fanno ancora più interessanti se si tiene conto che per il sesto quarter consecutivo, vale a dire dal terzo trimestre 2002 a oggi, l’azienda chiude i propri conti in attivo, dopo le trimestrali negative del 2001.
Ma lasciando da parte per un attimo la logica dei numeri, Lanci propone una riflessione sul percorso strategico e organizzativo alla base dei buoni risultati dell’azienda da lui guidata.
”Un approccio focalizzato sul brand – ha dichiarato –. Un unico brand, un unico team, processi decisionali rapidi, questa è la nostra strategia. E poi, estrema attenzione ai costi operativi. Abbiamo abbandonato le fabbriche, affidando il manufacturing a fornitori diversi. I nostri investimenti, così, non sono indirizzati verso gli impianti e i loro necessari aggiornamenti, bensì verso la ricerca. Nel nostro caso si tratta dei due laboratori a Taiwan e negli Stati Uniti, nei quali 250 ingegneri lavorano non tanto allo sviluppo di tecnologie, bensì sulla loro implementazione in un’ottica customer-centrica, con un focus particolare allo sviluppo delle interfacce utente”.
Nessun dubbio sulla bontà di una strategia multiprodotto, che consente all’azienda di cogliere opportunità diverse in momenti diversi, men che meno sulla correttezza della politica commerciale adottata.
”Il 2 tier resta la politica migliore per l’Europa. E oggi che i costi di produzione sono in continua discesa e che i costi della filiera distributiva si sono ulteriormente assottigliati, chi opera con un modello esclusivamente diretto non ha grandi vantaggi competitivi da far valere”.
Quanto alle prospettive, fermi restando gli obiettivi di business da tempo annunciati, due sono le logiche che guideranno le strategie di Acer dal 2004 in avanti.
Una logica di geografie, che vede l’azienda concentrarsi su Cina e Stati Uniti, dopo aver ormai piantato salde radici in Europa. E una logica di prodotto. Media Center, Lcd Tv, digital media adapter, smart hi-fi sono le declinazioni per il mercato consumer, mentre per l’area business non ci saranno solo notebook.
Nel momento in cui si intravede l’inizio del rinnovo dei parchi, Acer vuole ritornare a giocare un ruolo anche sul fronte dei dsektop, mentre riorganizza il canale per operare in modo più efficace anche sul mercato dei server e dello storage. Una sfida seria, che inizia dall’Italia e dalla Germania per poi allargarsi agli altri Paesi.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome