Acer apre le porte di J.Open

Con la fine di Tecnodiffusione il vendor ingaggia un altro operatore. Monomarca

15 giugno 2004 Da una
settimana c’è un nuovo distributore in giro per l’Italia. I colori del sito sono
verdi. Come il marchio principale che andrà a vendere: Acer. Il nome è J.Open
con sede a Vinci e magazzini presso un trasportatore della zona. Tra i parenti
annovera anche, come cugino di secondo grado, J.Soft

(anzi il nome proprio vuole rivendicare una
sorta di “specializzazione”, là il software, qui la marca). Va
da sé che discende, per forza, dalla più nota famiglia toscana che
esiste in ambito distributivo

(e non stiamo parlando di Cdc).


Così come toscano è Francesco Gaini (ex
ComputerVar) che ora assume il ruolo di amministratore delegato. Accanto a lui
troviamo come direttore Mauro Pontillo esperto e conoscitore di Acer visto che viene da Tecnodiffusione. Eccolo. L’abbiamo evocato. Perdendo il distributore dell’alta toscana, Acer doveva per forza muoversi diversamente. E così ha fatto. Optando per una distribuzione specializzata per monomarca (a chi non piacerebbe?). Gianpiero Morbello, country manager Acer Italy, difatti, è molto sodddisfatto di ciò, mentre Gaini stesso tranquillizza i concorrenti e manda loro dire che “non si vuole portar via clienti a Esprinet, Algol o altri”. Piuttosto trovare nuovi acquirenti. A listino tutto ciò che Acer produce e vende, supportato al
momento da una quindicina di dipendenti che a corollario offrono anche una serie
di prodotti che completano l’offerta.


Perché va bene essere concorrenti tra parenti stretti,
ma perché perdere le forze di gruppo? Gaini fa il nome di Cisco, di
Panduit (la sede è nello stesso palazzo della Computer Nexos),
ma anche di Lexmark

. Pronte già le attività di
marketing. In un certo senso prevediamo un business in tutta tranquillità. Con
servizi finanziari (ma non solo) pronti a scendere in campo per conquistare
tutto ciò che c’è ancora da portare a casa. A breve dovrebbe partire anche un
roadshow di tre tappe in giro per l’Italia. A quanto pare la macchina del
marketing si è già mossa da Vinci.

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