Abaco, più filiali che distributori

L’azienda veneta vende a distributori e a dealer componenti e periferiche per pc e mette il proprio magazzino a disposizione dei vendor di Taiwan

Aprile 2003,
Le aziende del Far East fanno magazzino in Veneto. Della gestione se ne occupa
Abaco International, una società che nasce nel ’94 come rappresentante
per l’Italia di produttori di componenti per pc con casa madre a Taiwan,
importandone i prodotti con contratti in esclusiva per il nostro mercato. Prodotti
da delegare, poi, ai vari distributori. Inizialmente a grossi nomi, come Tecnodiffusione
e Opengate, per poi prendere contatti anche con realtà di media dimensione,
come Brain, Ala Point e Impex Italia.
«Un allargamento del parco dei partner anche grazie alla capacità
che abbiamo acquisito di realizzare prodotti personalizzati
– spiega Francesco
Brejc
, co-fondatore della società di Castelfranco Veneto, in
provincia di Treviso -. E cinque anni fa abbiamo aggiunto al nostro listino
"storico" dei prodotti office anche un’offerta di tipo industriale,
che comprende una sessantina di modelli di chassis da rack per server»
.
Ma non è solo sulla varietà della propria offerta che Abaco punta
per accreditarsi la fiducia dei dealer. Motivo di vanto, infatti, è la
qualità del servizio proposto ai propri clienti che, a quanto dichiara
Brejc, ha caratterizzato l’azienda fin dalla sua nascita.

«Uno dei nostri punti di forza è rappresentato dalla logistica
e dai servizi connessi. Oltre a garantire una sostituzione rapida dei prodotti,
possiamo assicurare la consegna della merce entro le 24 ore, con un magazzino
che riceve i prodotti due volte alla settimana, di una efficienza tale che funge
da punto di stoccaggio per l’Europa di quattro aziende di Taiwan che rappresentiamo»
.
In effetti il ruolo di Abaco esula dai classici compiti del trade e, vendendo
a loro volta ai distributori, più che vero e proprio grossista si può
considerare alla stregua di filiale in Italia per molti dei marchi che ha a
listino. «Il nostro parco clienti è piuttosto variegato
– riprende Brejc -, andando dagli assemblatori ai dealer che acquistano
i prodotti finiti, ai Var e system integrator fino ai distributori. Una rete
di partner che ci ha consentito di realizzare nel 2002 un giro d’affari per
17 milioni di euro, cifra dalla quale crediamo, realisticamente, di non poterci
discostare troppo anche per quest’anno. Pensiamo soprattutto a consolidare il
mercato attuale, continuando a offrire servizi ai partner e, man mano, cercarne
di nuovi. Del resto, un segnale di prudenza ci arriva dalle stesse ditte che
ci riforniscono da Taiwan, che hanno cambiato le loro strategie producendo su
richiesta ed evitando il più possibile di fare magazzino»
.

Insomma, niente favole da raccontare: in tempi duri è inutile e controproducente
"spararle grosse". Ma le strategie per il futuro di Abaco sono comunque
di espansione del proprio business, e da qui la necessità di prendere
contatti anche con altri canali di vendita: «Pensiamo, in futuro,
di entrare anche nella Grande distribuzione
– conferma Brejc -. Non
proprio direttamente, ma attraverso alcuni partner che potranno veicolare attraverso
questo canale i pc costruiti con i nostri componenti. Abbiamo invece, per ora,
abbandonato l’idea di mettere sul mercato un prodotto finito a marchio nostro.
Assembliamo computer per conto terzi e li marchiamo col loro nome, ma non ci
interessa avere un nostro brand commerciale per i pc»
.

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