A volte i dati devono sparire dalle aziende

Dopo il tema del recupero Kroll Ontrack pone al centro dell’attenzione le pratiche di cancellazione sicura. Ne parliamo con Paolo Salin.

Paolo Salin, Country Director di Kroll Ontrack fa con noi un bilancio della tutela delle informazioni che si fa oggi in Italia. E se alla voce “recupero dati” il concetto è ormai passato e le aziende sanno che lo si può fare, a quella “cancellazione sicura” c’è ancora spazio per un lavoro di divulgazione.

La consapevolezza maturata sulle possibilità di recuperare dati da un dispositivo che si è guastato è oramai di buon livello, osserva. E lo è presso interlocutori di qualsiasi livello, siano essi il responsabile It o il fornitore dei servizi tecnologici, o ancora l’imprenditore.
C’è un fatto: «statisticamente una grande azienda nel corso di questi anni è stata nostra cliente», perché, capita, che i dispositivi It nel tempo patiscano guasti.

E allora entra in gioco la conoscenza tecnologica che Kroll Ontrack ha accumulato, un knowledge ampio e sparso in tutto il mondo. In pratica, non esiste dispositivo da cui non si possa, alla bisogna, recuperare i dati.

Certo, si tratta di un intervento di emergenza che Kroll Ontrack presta e che in seguito apre le porte a un discorso di “continuità”, di affidabilità nel tempo.

I servizi di recupero dati, si diceva, sono basati sulla profonda conoscenza tecnica dei dispositivi. «È come trattare una scatola nera», esemplifica Salin, e per svolgerli adeguatamente serve accumulare conoscenza e alimentarla continuamente. Ragion per cui la società ha una possente struttura di ricerca e sviluppo che mantiene rapporti con i fornitori di hardware e software.

E sulla tecnologia legacy? «Arriviamo fino a 25 anni indietro, con informazioni su qualsiasi dispositivo e qualsiasi intervento. Abbiamo una banca dati relativa a tutte le lavorazioni eseguite, che accumula procedure replicabili».

In totale si parla di 2mila persone nel mondo in grado di dare supporto. In Italia sono 20, a cui se ne aggiungono altrettante su specifici interventi.

Discorso diverso lo merita la cancellazione sicura, per cui Kroll Ontrack propone soluzioni non più “di emergenza”, ma strutturabili.
La perdita (con conseguente recupero) dei dati è un evento sporadico. La cancellazione sicura è un’attività a volume, e per questo Kroll la pacchettizza.

«Riguardo la tematica siamo ancora nella fase di divulgazione presso le aziende», ammette Salin. Pratica che peraltro è coadiuvata dalle ottemperanze di legge. «Peraltro – rivela il manager – i controlli eseguiti sono ancora poco rigorosi».

Il garante ha previsto tre tipi di cancellazione: per sovrascrittura, per demagnetizzazione, per macinatura del dispositivo.

Insomma, il panorama è ibrido, tanto che qualche azienda potrebbe pensare di gestirsi la cosa da sé, senza l’aiuto di una soluzione normalizzata.

Una vocazione all’autogestione che è insita nel procedere italico, ma che sottopone ad alcuni rischi. E non si tratta tanto di evitare di pagare per avere una soluzione che svolga il compito, ma di policy.
«Sul mercato esistono anche dignitose soluzioni freeware, utili per operazioni semplici, per singoli utenti. Le cose cambiano però se si ha a che fare con ambienti articolati, ossia quelli tipicamente aziendali, dove ci sono permessi, gerarchie».

E qui la soluzione di Kroll Ontrack è Eraser. Costosa? «No, qualche euro a cancellazione».
Oltre che sui dischi, anche sui nastri? «La cancellazione riguarda soprattutto i nastri – ammette Salin -. Per esempio, negli scantinati delle banche ci sono milioni di nastri che non possono essere triturati, perché troppo costosi il trasporto e lo smaltimento, ma andrebbero trattati con un intervento di cancellazione».

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome