A Londra l’edemocracy funziona così

A Kingston i cittadini sul sito del Comune hanno a disposizione un’area per lanciare le loro petizioni

In Inghilterra la petizione viaggia in Rete. Non si tratta però delle solite
mail che passano di casella in casella o dei siti che aprono per sostenere
qualche causa particolare, ma di una soluzione attivata dalla municipalità di
Kingston nella cintura di Londra. Il progetto, finanziato dal governo con
cinquecentomila sterline e attivo dal 2003, prevede che il sito del Comune
ospiti un’area dedicata alle petizioni dei cittadini sui problemi della zona.

Qualsiasi persona che abiti in zona può inserire la
petizione che da lì in poi può ricevere le adesioni fino alla sua scadenza. A
questo punto la richiesta segue il normale iter all’interno della Pubblica
amministrazione con le autorità che vaglieranno il tutto decidendo come
agire.





Al momento, all’indirizzo http://epetitions.kingston.gov.uk/list_petitions.asp,
sono presenti 23 epetizioni che si occupano della sicurezza del traffico, della
chiusura di alcuni uffici postali o del mercato di Natale. Nella pagina dedicata
all’appello, oltre a una spiegazione della petizione, per quelle concluse c’è
anche una breve relazione sui progressi fatti.





Le petizioni online fanno parte del Localty
eDemocray National Project, un progetto a livello nazionale, e prevede un altro
paio d’iniziative come una partnership con la Bbc per rendere note le iniziative
locali e un’altra iniziativa online che ha permesso ai giovani del quartiere di
discutere con membri del Parlamento o rappresentanti della Pubblica
amministrazione sui prolemi legati al mondo giovanile.

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