Nel 2008 gli investimenti sono aumentati del 30% e si sono concentrati sulle imprese sotto i 250 dipendenti
I segnali di risveglio del venture capital che affioravano durante l’anno sono ora certificati dalle cifre ufficiali dell’Aifi (Associazione italiana del private equità e venture capital) che indica in oltre 5,4 i miliardi di euro gli investimenti nel corso del 2008 da parte degli operatori di private equity e venture capital attivi in Italia. Si tratta di una cifra record che segna un incremento del 30% rispetto all’anno precedente. In aumento anche il numero di operazioni, pari a 372 (+23%), distribuite su un totale di 284 imprese.
I dati, in controtendenza con il resto d’Europa non dovrebbero essere confermati nel 2009 visto che, come ha spiegato Mara Caverni, responsabile del private equity in PricewaterhouseCoopers – la pipeline di investimenti e disinvestimenti si è prosciugata anche da noi da metà settembre 2008 in avanti. Quindi le aspettative per il 1° semestre 2009 non sono ottimistiche e gli operatori sono attualmente interamente assorbiti dalla gestione del portafoglio.”
A fronte dei 5,4 miliardi investiti ci sono 1,1 miliardi di euro disinvestiti (-55% a causa delle turbolenze dei mercati) e risorse raccolte per altri 2,2 miliardi. E segnali positivi, come ha confermato Giampio Bracchi, presidente Aifi, arrivano anche dal mercato dell’early stage dove si formano “i campioni di domani”.
Come di consueto sono state le acquisizioni di maggioranza (buy out) ad attrarre la maggior parte delle risorse investite (2.869 milioni), nonostante un calo del 13% rispetto al 2007. Per la prima volta, al secondo posto, con 1.636 milioni di
Euro, troviamo gli interventi di replacement (acquisizioni di quote di minoranza), trainati da due operazioni di dimensioni elevate. In aumento anche le risorse destinate a
finanziare programmi di crescita di imprese esistenti (expansion) e, soprattutto, al segmento degli start up, cresciuto del 75% in valore rispetto allo scorso anno (115 milioni).
Per quanto riguarda il numero di investimenti, invece, ancora una volta prevalgono le operazioni di expansion, aumentate del 28% rispetto al 2007, seguite dai buy out che, con 113 investimenti (in crescita del 30%), tornano a superare gli start up, il cui numero si è mantenuto costante.
L’attenzione degli operatori si è concentrata su imprese di piccole e medie dimensioni. Considerando i dati relativi al numero di dipendenti delle aziende target, emerge che il 71% degli investimenti effettuati nel corso del 2008 ha riguardato imprese con meno di 250 dipendenti.
Risultati analoghi si ottengono analizzando il fatturato delle imprese oggetto di investimento, con il 67% delle operazioni concentrato su aziende aventi fatturato inferiore ai 50 milioni di euro.
Per quanto riguarda la distribuzione settoriale delle società oggetto di investimento, le imprese operanti nel comparto dei prodotti e servizi per l’industria si confermano anche nel 2008 il principale target d’investimento in termini di numero di operazioni (15% del totale). Da segnalare, inoltre, la crescita degli investimenti riguardanti il settore manifatturiero, dei beni di consumo e dall’automotive.
In termini di ammontare, invece, la maggior parte delle risorse sono affluite verso i settori media & entertainment, prodotti e servizi industriali e manifatturiero, grazie anche ad operazioni di grandi dimensioni. Infine, va sottolineato l’incremento, in termini sia di numero che di ammontare, delle operazioni riguardanti i settori dei servizi finanziari e dell’energia & utilities, in linea con le tendenze internazionali.
Alla data del 31 dicembre 2008, il portafoglio complessivo degli investitori attivi in Italia risultava composto da 1.182 aziende, per un controvalore delle partecipazioni detenute, valutato al costo di acquisto, superiore a 16,8 miliardi di euro.
Per quanto riguarda la distribuzione settoriale del numero degli investimenti, il 21,4% ha riguardato il settore dei computer, il 20,2% è andato al medicale, il 12,4% a Media ed entertainment e l’11,2% al biotech.





