Moda, la crisi colpisce più l’industria che il commercio

I negozianti, secondo un’indagine Fismo-Confesercenti, manifestano un certo ottimismo per il futuro

La crisi economica ha colpito in modo evidente il settore del tessile-moda, che è infatti uno dei comparti che negli ultimi mesi ha reclamato con più forza un intervento del Governo a sostegno delle industrie del comparto. Anche l’ultimo anello della catena, ovvero il canale commerciale, vive un momento di difficoltà, ma secondo quando segnala un sondaggio Fismo, la Federazione italiana del settore moda della Confesercenti, i negozianti sono abbastanza fiduciosi per il futuro.
 
Il cattivo stato di salute del settore è evidenziato da un’elaborazione Confesercenti su dati Unioncamere, secondo cui nel corso biennio del 2007-2008 le imprese del commercio di moda – intermediari, ingrosso e dettaglio – si sono ridotte di 9.676 unità, per un calo medio del 4%. È proprio il commercio al dettaglio a soffrire di più, con una diminuzione di circa 7mila imprese. Per quanto riguarda gli intermediari e l’ingrosso di abbigliamento i dati registrano un calo di 2.353 aziende.  Nel segmento del dettaglio, invece, la situazione più critica ha interessato i negozi di tessuti, biancheria e camiceria, accessori di abbigliamento, pellicce e abbigliamento in pelle. L’unico settore in crescita risulta il dettaglio ambulante itinerante, mentre tengono le imprese del commercio al dettaglio di confezioni per bambini e neonati.

Una crisi meno preoccupante
Segnali tutto sommato incoraggianti arrivano però dal sondaggio della Fismo, effettuato nella seconda settimana di febbraio su un campione di operatori indipendenti del comparto abbigliamento, tessuti e calzature. Se infatti per la maggioranza degli imprenditori intervistati (46%) il settore è in crisi, per un altro 14% si tratta di una recessione meno grave di quella dell’industria. Secondo una consistente fetta del campione (40%), invece, il settore ha subito delle perdite, ma non si può parlare di vera e propria crisi. Interpellati su quali siano stati e siano attualmente i maggiori problemi da affrontare in questa difficile fase ciclica, gli imprenditori rispondono citando anzitutto le banche (32%), seguite dai rapporti con i fornitori (27%) e il fisco (20%).

Saldi positivi
Notizie abbastanza positive (considerato il quadro congiunturale) arrivano dall’andamento più recente degli affari, ovvero l’ultimo mese di saldi invernali. Gli operatori intervistati si dividono quasi equamente nel giudizio: il 51% giudica che la situazione sia migliorata rispetto ai mesi precedenti, ovvero che nell’ultimo mese di saldi si sia recuperato qualcosa in confronto al periodo precedente. Per il restante 49% la situazione è invece peggiorata. Un inatteso livello di ottimismo emerge anche dalle aspettative degli imprenditori: la maggioranza degli imprenditori (33%) ritiene che la crisi sarà superata e che le vendite si risolleveranno. Un’altra significativa quota di negozianti (27%) pensa che il momento difficile sarà superato, ma che in futuro ci si dovrà accontentare di guadagni minori. Tutto sommato ridotta è la fetta di imprenditori pessimisti (16%), che credono che la crisi sia destinata ad aggravarsi. Un 5% degli intervistati, infine, medita di cambiare attività.

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