In occasione dell’AI in Work Day (30 settembre) – la giornata nazionale lanciata da LinkedIn negli Stati Uniti, dedicata all’uso responsabile dell’intelligenza artificiale – LinkedIn presenta nuovi dati globali e italiani che fotografano come l’IA stia trasformando rapidamente il mondo del lavoro degli anni 2000, ridefinendo ruoli e competenze, potenziando le capacità umane.
L’adozione dell’IA sta infatti dando vita a nuove figure professionali, dagli ingegneri specializzati in machine learning agli esperti di etica dell’IA, e allo stesso tempo sta accelerando l’evoluzione di professioni già esistenti. Attività come scrittura, analisi dei dati e programmazione vengono sempre più affiancate da strumenti intelligenti, in particolare nei settori media, comunicazione, marketing, risorse umane, ingegneria, arte e design. Seppur a ritmo più graduale, l’IA è destinata a trovare spazio anche in settori come l’immobiliare, la sanità o i servizi sociali, dove il lavoro dipende in gran parte dalla presenza fisica o dall’interazione umana, sottolinea LinkedIn.
In Italia, oltre 4 professionisti su 10 riconoscono che l’IA sta già migliorando la loro quotidianità: il 46% ritiene che stia liberando tempo per mansioni meno operative e a maggior valore, mentre il 41% afferma che l’uso dell’IA consente di lavorare più velocemente e con maggiore produttività.
Secondo LinkedIn, infatti, l’IA non eliminerà i ruoli esistenti, bensì li trasforma e li evolve, potenziando le human skill come creatività, capacità relazionali, negoziazione, leadership e problem solving.
Non a caso, il 74% dei professionisti in Italia ritiene che nessuna tecnologia potrà mai rimpiazzare l’intuizione umana e il confronto con i colleghi. Un dato – mette in evidenza LinkedIn – condiviso anche dalle nuove generazioni: se da un lato i più giovani mostrano maggiore apertura a integrare l’IA nei processi decisionali – con oltre un terzo (37% per il target 18-24 anni, 40% per i 25-34 anni) che dichiara di affidarsi a essa, contro il 26% dei professionisti over 45 – dall’altro rimane forte la convinzione che la dimensione umana resti il cuore del percorso professionale. L’IA è dunque percepita come alleata del giudizio umano, aprendo la strada a una cultura del decision-making sempre più integrata.
“L’intelligenza artificiale aumenta il potenziale delle persone. Già oggi vediamo che i professionisti hanno ampliato del 40% il loro set di competenze rispetto al 2018, mettendo insieme in modo sempre più bilanciato competenze tecniche e soft skill. E guardando al futuro, stimiamo che entro il 2030 circa il 70% delle skill richieste nei ruoli attuali sarà diverso. In un contesto in cui le competenze cambiano così velocemente, la sfida sarà proprio coltivare questo equilibrio: il lavoro di domani sarà sempre più ibrido, fatto di tecnologia e umanità che avanzano in sinergia” – spiega Olga Farreras Casado, Career Expert di LinkedIn Italia.
Per imprese e professionisti, il futuro del lavoro si giocherà sulla capacità di saper integrare l’IA non solo nei flussi operativi, ma anche nella cultura aziendale e nei percorsi formativi ad ogni livello: una leva che può aprire scenari inediti, dove la tecnologia offre un terreno fertile per crescita e innovazione e le persone ne tracciano la rotta con intuito, visione e valori.
Per saperne di più, LinkedIn Notizie pubblica il 30 settembre il Report Speciale AI in Work Day 2025.









