Tra Fan app e architetture integrate, Ibm porta l’AI in casa Ferrari

Risolvendo la complessità infrastrutturale, Ibm ha potuto portare l’AI in Ferrari. Oggi la sua app può creare esperienze personalizzate per ognuno dei 390.000 tifosi. E guadagnarci

Un marchio del lusso che si rivolge con le sue auto da strada a una ristretta élite di clienti, ma che parla anche a milioni di tifosi in tutto il mondo con le macchine da gara. Ferrari rappresenta un modello unico sul mercato, capace di unire esclusività e inclusività sotto il segno dell’eccellenza tecnologica. Un’identità che si rinnova di continuo, non solo in pista ma in tutte le esperienze legate al brand.

A Maranello, infatti, dove è la storica sede dell’azienda, l’innovazione non rimane solo sotto il cofano delle auto, ma si estende all’intero ecosistema Ferrari, dalla pista alla fabbrica, dai punti di vendita concessionari al museo, fino agli spazi digitali che tengono viva la relazione con una community di quasi 400 milioni di appassionati da tutto il globo. Fronti su alcuni dei quali si collocano alcuni dei progetti sviluppati insieme a Ibm, pensati per rafforzare il legame con i tifosi e allo stesso tempo consolidare un’infrastruttura eterogenea in modo da renderla pronta a recepire l’AI e sfruttarne appieno i benefici. Progetti che sono stati portati a esempio del pubblico fatto di partner e aziende clienti finali che hanno partecipato alla terza tappa dell’Ibm AI Experience on tour, l’iniziativa itinerante con cui il vendor spiega alle aziende del territorio i benefici derivanti dall’utilizzo dell’AI, ormai presente in tutte le sue  tecnologie.

Stefano Pallard, head of Fan development di Ferrari

L’AI potenzia la Fan app Ferrari. Da giornalino per i tifosi a macchina di business

Con il potenziamento della Fan app, più propriamente la Scuderie Ferrari app, l’azienda ha voluto che la digitalizzazione che gli sta portando efficienza interna venisse sfruttata per rafforzare, nel modo più diretto, il rapporto con la fan base planetaria. Con un numero già di per sé stratosferico di appassionati nel mondo, l’obiettivo non era di reclutarne altri ma piuttosto di consolidare la relazione con chi tifoso lo è già, comprenderne meglio comportamenti e aspettative e, perché no, trovare il modo di monetizzare, cose impossibili anche solo da pensare con la versione precedente della app.

Ferrari è un brand esclusivo, ma anche incredibilmente inclusivo verso i numerosissimi tifosi che ha in ogni parte del mondo, i quali nella app hanno il principale punto di contatto e abbiamo pensato che fosse arrivato il momento di premiare tanta attenzione proponendoci a loro con qualcosa di più coinvolgente – ha spiegato Stefano Pallard, head of Fan development di Ferrari –. La app per i fan nasce inizialmente come canale editoriale, ma con il tempo è cresciuta la parte interattiva, consentendo ai tifosi di partecipare a sondaggi, porre delle domande e ora, con l‘ingresso dell’intelligenza artificiale, ci permette di conoscerli meglio e di creare delle esperienze personalizzate per ogni interlocutore, con risposte uniche alle loro richieste di informazioni o curiosità. Tutto questo ci porta in una nuova dimensione di interazione, che genera dati. Dati che diventano fondamentali anche per monetizzare meglio il valore che ci arriva da questo asset, per noi il più importante, che sono i tifosi”.

L’evoluzione della Scuderia Ferrari app è stata sviluppata insieme a IBM Consulting, che ha portato competenze maturate nello sport internazionale, con esperienze di rilievo come i progetti realizzati per Wimbledon. Il percorso è iniziato con un’analisi comparativa, prendendo in esame 24 realtà del mondo sportivo e oltre 500 casi valutati, per identificare il look&feel più coinvolgente. Su queste basi è stata ridisegnata l’esperienza digitale, con nuove funzionalità e con l’introduzione di contenuti generati da intelligenza artificiale.

È nato così il primo race summary prodotto da AI, che racconta ogni Gran Premio con diversi livelli di dettaglio e di mantenere il tono di voce Ferrari. Per riuscirci è stato costruito un vero e proprio digital twin dello stile comunicativo Ferrari, in grado di garantire coerenza e qualità editoriale, sotto il controllo di regole di governance stringenti.

Nel giro di poco tempo i risultati si sono fatti vedere, con una crescita costante degli utenti attivi, i primi ritorni economici e una prospettiva sulla quale improntare logiche di monetizzazione. “La Fan app sarà la piattaforma principale per la monetizzazione dei tifosi – ha concluso Pallard –. Da un lato con un e-commerce nativo e una membership a pagamento che darà accesso a contenuti esclusivi, dall’altro come canale B2B per i partner che vogliono connettersi con la nostra community globale”.

Architetture solide, terreno fertile per lo sviluppo dell’AI in Ferrari

Se la app per i tifosi rappresenta il lato visibile della trasformazione digitale, di invisibile è quanto ne rende possibile l’evoluzione, che è la solidità di un’architettura interna. Ferrari deve gestire un ambiente eterogeneo che è composto da applicazioni gestionali, sistemi produttivi, piattaforme cloud e dispositivi IoT, con flussi di dati sempre più consistenti e interdipendenti.

Per affrontare una complessità di questi livelli è stato adottato IBM webMethods, una piattaforma che permette di orchestrare e integrare sistemi molto diversi tra loro, garantendone l’interoperabilità, la sicurezza e la possibilità di scalare senza imporre rallentamenti.

L’integrazione è un abilitatore strategico per adottare l’intelligenza artificiale – ha sottolineato Davide Torre, Cross Platforms & Innovation manager di Ferrari –. Disporre di dati di qualità significa poter alimentare modelli predittivi e sistemi di analisi avanzati, e per garantirlo è necessario che questi dati vengano raccolti e gestiti in maniera centralizzata. WebMethods ci ha permesso di costruire un vero e proprio ecosistema digitale che integra MES, applicazioni aziendali e sistemi di produzione con governance e monitoraggio unificati, così da assicurare coerenza, tempestività di intervento e piena conformità alle normative, comprese quelle legate alle quotazioni in borsa”.

Spindox, il partner Ibm che ha creato i binari per l’AI in Ferrari

Il progetto è stato sviluppato in collaborazione con Spindox, system integrator milanese e Business Partner di IBM, che ha competenze in ambito consulenziale e di integrazione, oggi arricchite da un focus crescente sull’impiego dell’intelligenza artificiale, che da tempo segue Ferrari come cliente.

Parliamo di un ecosistema di piattaforme complesse che scambiano una mole enorme di informazioni – ha spiegato Carlo Panizza, client partner di Spindox –. WebMethods ci consente di sviluppare connettori ad hoc, accelerare le interazioni tra i sistemi e, soprattutto, creare le basi per nuove applicazioni, comprese quelle di intelligenza artificiale. Mentre sul lato operativo lavoriamo sia sullo sviluppo evolutivo che sulla manutenzione, in modo da rendere sempre più fluido l’utilizzo dei dati in Ferrari”.

La crescita del business ha portato le aziende a costruire infrastrutture sempre più articolate – fa eco e conclude Francesco Paladini, Sales director per Italia, Spagna e Portogallo di webMethods e StreamSets in IBM Italia –. Per trasformare questa complessità in valore la gestione dei dati deve mettere in relazione ambienti diversi tra di loro, dai sistemi on-premise al cloud, al multicloud all’ibrido. Ed è proprio in queste condizioni, sempre più comuni nelle aziende, che si inserisce webMethods, che è stata progettata per superare i silos informativi e preparare il terreno a un utilizzo dei dati che sostenga lo sviluppo dell’intelligenza artificiale

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