Come afferma LinkedIn, il mondo del lavoro sta attraversando una trasformazione epocale, e l’introduzione di tecnologie emergenti come l’intelligenza artificiale (AI) e l’intelligenza artificiale generativa (Gen AI) rappresenta una svolta senza precedenti. Questi sviluppi, uniti alle iniziative chiave della Commissione Europea come l’Apply AI Strategy e l’AI Factories Initiative, stanno ridefinendo il panorama economico e professionale in Europa.
Nonostante le opportunità offerte dall’AI, permangono sfide significative. Un recente report LinkedIn sul futuro della competitività dell’UE ha evidenziato i grandi benefici che l’AI può apportare all’economia europea, ma sottolinea anche le lacune nelle competenze digitali: il 42% degli europei, inclusi il 37% dei lavoratori, non possiede competenze digitali di base. Questo divario limita la capacità dell’Europa di sfruttare appieno le potenzialità dell’AI e dell’innovazione.
Nell’ultimo report LinkedIn, si analizza:
- Il panorama del talento AI nell’UE: l’adozione di competenze tecniche specializzate per sviluppare e implementare tecnologie AI.
- L’impatto della Gen AI sulla forza lavoro europea: i settori, le professioni e le popolazioni più coinvolte in questa trasformazione.
Questi risultati mostrano che siamo all’inizio di cambiamenti profondi destinati a influenzare l’UE e l’economia globale. L’obiettivo di LinkedIn è contribuire ad affrontare le sfide, sfruttare le opportunità e trasformare l’AI in uno strumento di crescita e prosperità.
Tra le conclusioni chiave del report– basato su dati aggregati e anonimizzati provenienti dalla piattaforma LinkedIn nel 2024 –, emerge che il talento dell’UE in materia di AI è in crescita, ma ancora di nicchia. La quota di talenti AI all’interno della forza lavoro dell’UE è oggi del 124% superiore a quella del 2016. Tuttavia, la crescita è stata più rapida nel Regno Unito, dove la quota di talenti AI è ora superiore del 150% rispetto al 2016, e negli Stati Uniti (136% in più).
I professionisti dell’AI nell’UE stanno imparando sempre di più le competenze green: le capacità che consentono ai lavoratori di qualsiasi ruolo o settore di svolgere il proprio lavoro in modo in modo più sostenibile per l’ambiente. Oggi, l’8,1% dei talenti dell’AI nell’UE possiede almeno una competenza green, rispetto al 5,8% negli Stati Uniti e al 7,4% del Regno Unito.
Per quanto riguarda il gender gap, solo il 26,3% dei professionisti dell’AI nell’UE sono donne, una percentuale inferiore a quella del Regno Unito (27,7%) e degli Stati Uniti (29,8%). Sono inoltre sottorappresentate rispetto alla loro rappresentanza complessiva nell’UE, dove le donne rappresentano il 46,4% dei lavoratori. Sebbene il divario sia leggermente diminuito dal 2016, ci vorrebbero 162 anni per raggiungere la parità di genere a livello europeo, sottolinea LinkedIn.
Il 28% dei membri LinkedIn dell’UE svolge professioni che potrebbero essere incrementate dalle Gen AI. Il che significa – sottolinea il team del social network professionale – che, con le giuste competenze, i lavoratori potrebbero sfruttare le Gen AI per aumentare la loro produttività ed efficienza. Tuttavia, il 33% degli iscritti a LinkedIn dell’Unione Europea svolge lavori che potrebbero essere stravolti dalle tecnologie Gen AI, cosa che aumenta l’urgenza di sviluppare le competenze.
Ad oggi, secondo LinkedIn, l’AI generativa potrebbe potenziare o stravolgere fino al 75% dei lavoratori dell’UE nel settore tecnologico. Altri settori che potrebbero subire un forte impatto sono i servizi finanziari (74%), i servizi di alloggio e ristorazione (72%) e i servizi professionali. Questo dato evidenzia secondo LinkedIn che le Gen AI avranno probabilmente un impatto più immediato sui “colletti bianchi” rispetto a precedenti cambiamenti tecnologici dirompenti.
È probabile che le donne e i lavoratori più giovani siano colpiti in modo sproporzionato dalla Gen AI. Le professioni che potrebbero essere stravolte dall’AI e che tendono a essere ricoperte da donne sono l’impiegato del settore sanitario (l’85% dei membri dell’UE in questo ruolo sono donne), l’assistente alla ricerca clinica (84%) e l’assistente alle operazioni di vendita (83%).
Inoltre, i lavoratori più giovani, in particolare la generazione Z, sono i più potenzialmente colpiti e quelli posizionati meglio per adattarsi all’AI, in quanto adottano nuove competenze in materia di intelligenza artificiale e acquisiscono competenze informatiche man mano che sviluppano la loro carriera.
Per ulteriori informazioni è possibile consultare il report di LinkedIn.









