Red Hat: formazione e reskilling, il miglior investimento per il 2022

Red Hat

L’intervista a Simone Puksic di Red Hat. A distanza di un anno dal varo a livello europeo del recovery plan, che in Italia ha portato al PNRR, 01net realizza un’inchiesta, basata su un ciclo di interviste con le principali società che operano in Italia nell’ICT sulla loro strategia per la digitalizzazione delle aziende italiane nel 2022.
Parliamo con loro di quattro temi cardine della trasformazione digitale: resilienza, cybersecurity, cloud, sostenibilità ambientale e sociale e le risposte consentono di costruire la mappa di partecipazione delle realtà ICT alla crescita del Paese in senso digitale.
E c’è un tema in più, il quinto: con spirito consulenziale, chiediamo di fornire agli imprenditori italiani un’idea in più, capace di produrre valore immediato sul piano dell’efficienza e della competitività.

Per Red Hat ci ha risposto Simone Puksic, Head of Sales Solution Specialist & Institutional Relations.

Un anno dopo il Recovery Plan, a che punto siamo con la reale trasformazione del Paese: con quali soluzioni, competenze e servizi partecipate alle missioni del PNRR che coinvolgono il digitale?

Il PNRR sta iniziando adesso a mostrare i suoi effetti concreti. Sul fronte digitale, com’è noto, ci sono ingenti risorse che hanno l’obiettivo di accelerare il percorso avviato ormai da alcuni anni. SPID, ANPR, PagoPA, IO, sono alcuni dei progetti che negli ultimi anni hanno posto le basi – tecnologiche e culturali – per quello che sarà lo Stato digitale del futuro. Red Hat, con la sua piattaforma, gioca un ruolo di rilievo nelle principali iniziative legate a questi progetti. Il nostro incessante impegno nel supportare clienti e partner nel corso degli anni ci vede oggi seduti ai più importanti tavoli di lavoro che affrontano tematiche come il cloud della PA o la trasformazione digitale del Paese. Stiamo guardando con forte interesse, ad esempio, al progetto di costituzione del Polo Strategico Nazionale, che ha le potenzialità per cambiare radicalmente la fruizione di servizi digitali evoluti al cittadino ed alla Pubblica Amministrazione in generale, oltre a una serie di iniziative collaterali che certamente ne completeranno il perimetro.

Il 2021 è stato l’anno in cui il tema della cybersecurity è atterrato in tutte le imprese. Quali prospettive concrete vi siete dati per il 2022?

La sicurezza è un tema sempre più spesso all’attenzione di aziende pubbliche e private, in quanto il rischio di ricevere attacchi informatici oggi è cresciuto esponenzialmente. Inoltre, l’evoluzione verso architetture cloud-native rende indispensabile strutturare meglio e a tutti i livelli un modello sicuro per proteggere dati, servizi e applicazioni. Sotto questo punto di vista Red Hat, grazie a recenti acquisizioni ed evoluzioni dettate dalle comunità open source offre uno stack tecnologico completo, in grado di ridurre al minimo i rischi, intercettando potenziali situazioni rischiose in maniera preventiva.

Componente fondamentale della trasformazione digitale è il cloud. Quali sono le scelte che dovranno compiere le aziende italiane nel 2022?

Red Hat nasce nell’alveo della comunità Open Source e si afferma oggi come azienda globale. Il nostro posizionamento ci porta convintamente verso un paradigma hybrid & multicloud, che garantisce velocità, scalabilità, flessibilità e soprattutto nessun lock-in. Questa a nostro avviso dovrebbe essere la strada da percorrere per ogni organizzazione, con il valore di quella naturale attitudine di trusted advisor che oggi l’azienda esprime.

Dopo il Cop26 si è capito che la sostenibilità, sia ambientale sia sociale, oramai riguarda non solo tutti i Paesi ma anche tutte le aziende. Qual è la vostra strategia riguardo questi temi?

Offrire soluzioni tecnologiche che consentano il raggiungimento dell’efficienza computazionale e quindi la relativa efficienza energetica, è una missione del tutto allineata alla nostra strategia e al nostro portfolio prodotti.
Grazie ad Red Hat Openshift, i nostri clienti possono consolidare workload generando risparmi a livello di CPU e Server, intraprendendo così percorsi virtuosi verso la sostenibilità dei loro data center e/o verso un crescente consumo computazionale presso i cloud provider.
Grazie all’hybrid cloud e alla mobilità dei workload, è possibile contribuire all’efficienza dei consumi energetici ogni qualvolta sia realmente necessario, sfruttando a pieno le capacità di scalabilità dei cloud provider.
Questo è raggiungibile anche grazie alle architetture serverless e cloud native, attraverso le quali le applicazioni moderne modulari e a funzioni, si attivano solo quando quella specifica funzionalità/modulo è necessaria, andando quindi a rendere efficienti non solo le infrastrutture ma lo stesso workload applicativo.

L’idea ICT del 2022 di Red Hat

Se doveste proporre un unico investimento (prodotto, soluzione, metodologia) a un’azienda italiana, una scelta capace di produrre da subito un beneficio a livello di efficienza e competitività, su cosa verterebbe il vostro consiglio?

Probabilmente la formazione: in Red Hat siamo profondamente convinti che non ci sia prodotto, soluzione o metodologia che non richieda un investimento in formazione e re-skilling delle persone. Red Hat offre una serie di strumenti e di processi che accompagnano il cliente nello sviluppo congiunto di competenze e know how, sia tecnologiche sia di metodo.

Per noi di Red Hat la formazione è un elemento fondamentale, che curiamo fin nei minimi dettagli, senza limitarci alle nostre soluzioni, ma piuttosto cercando di creare competenze profonde, che diventano patrimonio sia personale che aziendale e possono essere utilizzate anche al di fuori del nostro ambito di dominio.

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