Lanzani: Cio decisivi nella business intelligence

Il direttore marketing di Sas Italia spiega a Linea Edp le prospettive della bi in Italia e del concetto di piattaforma che sta alla base della filosofia aziendale. Un ruolo crescente per i partner mentre si avvicina la intelligence in real time.

La business intelligence non è un “prodotto” o un tool,
è piuttosto un processo o meglio ancora una strategia che deve estendersi e
radicarsi intutte le aree dell’azienda. E soprattutto, come è emerso con forza
dagli interventi del Sas Forum Italia, la business intelligence è fortemente
correlata al fattore tempo, sia per la capacità che ha di ridurre i tempi legati
alla ricerca e all’analisi delle informazioni sia per il supporto che offre alle
aziende nei processi decisionali, sia perché come ha
sottolineato
l’amministratore delegato di Sas Italia Alessandro Zeigner
it’s time di intelligence“. E’ venuto il tempo per dare spazio e
importanza all’intelligenza in azienda.

Ma sulla business intelligence il
dibattito è aperto. Il tema è vasto e la stessa denominazione non rende oggi più
ragione della sua stessa portata strategica. Anche per questo Linea Edp ha colto
l’occasione del Sas Forum Italia per fare il punto sulle opportunità legate alla
Business Intelligence con Walter Lanzani, direttore marketing di Sas Italia.




Innanzitutto, qual è la situazione della business
intelligence in Italia secondo Sas?
Credo sia importante
precisare il nostro concetto di business intelligence. Sono tante le aziende che
hanno introdotto svariate forme di bi acquisendo applicativi, componenti o tool
sulla base di un semplice criterio che associava uno specifico prodotto a una
specifica esigenza. Questo atteggiamento ha prodotto in molti casi una sorta di
stratificazione di componenti che a vario titolo e a vario livello rispondono ad
alcune esigenze di analisi o di reporting. La nostra visione è diversa, Secondo
Sas la business intelligence deve essere basata su una piattaforma e su una
strategia completa di soluzioni integrate che pervade in modo esteso tutte le
componenti “informative”
dell’azienda.

Concretamente?
Far calare la
business intelligence come un processo che abbraccia tutte le componenti chiave
dell’azienda, non collegando insieme tanti e diversi prodotti ma basandosi su
una piattaforma strategica che sostiene ed eroga tutte le funzioni più evolute
di business intelligence.


Che ruolo ha il Cio o l’It manager
nella definizione di questo processo?
Fondamentale. Troppo
spesso nelle imprese si è interpretata la business intelligence come una sorta
di elaborazione “privata” di dati più o meno condivisi con strumenti magari tra
loro diversi. Questo produce una difformità di analisi e una diversa visione
della realtà la cui responsabilità viene spesso ricondotta all’It, anche quando
l’It è del tutto estranea a questi processi. Il vero problema è quello di
ricondurre le esigenze di analisi, di reporting, di conoscenza di dati e
informazioni a un processo comune che non può che essere definito e gestito
dall’It. Anche se i principali utenti saranno figure nelle file del top
management.

Rimaniamo su questo punto, chi sono i punti di
riferimento aziendali più sensibili alla business intelligence e che tipo di
“mediazione” necessitano per essere attivi sulle loro
decisioni?
L’utente più sensibile alla bi è nel top management,
il Ceo, il Cfo, le direzioni del marketing e delle vendite, le aree dello
sviluppo e della ricerca.

Il Cio?
E’ un
facilitatore, un architetto dei processi, ma per usare una immagine della sua
sfera di competenze l’It deve veder crescere sempre più il peso della “I” ovvero
del trattamento dell’information mentre oggi pensa ancora tanto il ruolo della
“T”, ovvero della “technology”.

Quanto è importante la
business intelligence nella creazione di una maggiore competitività delle
aziende?
Molto, ovviamente. I pilastri di questa disciplina
stanno nella capacità di aumentare il time to market dei processi decisionali e
delle operation, nella affidabilità delle analisi e dei supporti alle decisioni,
nella maggiore efficienza che una capacità previsionale più precisa e affidabile
dell’azienda può garantire alla produzione, alle vendite, ai vari processi delle
aziende e delle istituzioni correlati alla
pianificazione.

Una sfida importante della business
intelligence è rappresentata dalla customer intelligence che rappresenta uno dei
presidi della vostra offerta. Quali sono i presupposti di queste
soluzioni?
La customer intelligence è una evoluzione del
Customer relationship management improntata a costruire un profilo completo del
cliente basato su una unica visione complessiva delle relazioni con i clienti da
parte di tutte le componenti dell’azienda. Questo consente di mettere a fattor
comune tutte le fonti informative sul cliente e permette di costruire un sistema
che consente di dar luogo a previsioni, a creazioni di azioni mirate e alla
definizione di un Life Time Value del cliente con un’analisi puntuale della
profittabilità e delle potenzialità presenti e
future. 

Quali sono le linee guida del vostro rapporto
con i partner, in particolare con il mondo della consulenza e della system
integration che più frequentemente viene chiamato a portare in azienda la
business intelligence?
Siamo aperti e interessati alla
collaborazione con il mondo della consulenza e con i system integrator,
riteniamo che sia un veicolo importante per portare la bi nelle imprese e nella
Pubblica Amministrazione. Non vogliamo però correre il rischio di essere
sottoutilizzati e in particolare non vogliamo che la nostra piattaforma venga
utilizzata solo in piccola parte perchè non potrebbe così esprimere le sue
potenzialità. Con questo non voglio dire che in tutti i progetti Sas deve essere
“prime contractor”, esistono situazioni in cui la nostra piattaforma è un
componente di un progetto più esteso e complesso. L’importante è che la nostra
componente sia sufficientemente completa e importante per poter valorizzare
tutte le due potenzialità.

Al vostro Sas Forum Italia il
messaggio è tutto centrato sul fattore tempo, in particolare nell’ottica del
tempo correlato alle decisioni e al time to market. Ma uno dei temi della
business intelligence è anche quello del “ritardo” tra il reporting e la realtà
di un business in continua evoluzione. Qual è la risposta di una azienda come la
vostra alle esigenze di un controllo sempre più puntuale sul
business?
Va detto che la business intelligence si sta
trasformando sempre più in operational business intelligence, vale a dire in un
processo in presa diretta sul business e si può dire che stiamo sfiorando il
real time in termini di allineamento tra il business e la sua
analisi.

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