Il presidente dell’associazione degli utenti Ibm lancia l’allarme. E fa esempi: già ora con il Cobol siamo messi male.
Robert Rosen, il presidente della Ibm Share, la più antica organizzazione indipendente degli utenti Ibm (nacque nel 1955, due anni dopo il primo computer creato dalla casa di Armonk) ha colto l’occasione di commentare l’azione deficitaria della Fema (Federal emergency Management Agency), praticamente la protezione civile statunitense, in occasione degli uragani Katrina e Rita, ascrivendo parte della colpe alla mancanza presso l’ente governativo di adeguate competenze informatiche. E, usando la sineddoche, è arrivato a concludere che il problema cosiddetto dello skill shortage di competenze informatiche riguarda non solo aspetti della pubblica amministrazione e non solo quella americana, ma un po’ tutto il mercato.
Rosen, che è uomo esperto, fa notare che la situazione potrebbe riverberarsi criticamente anche nel breve giro di un anno o due.
Per rimanere al tema iniziale, il presidente di Ibm Share ha addirittura portato alla luce il fatto che nel contesto delle agenzie federali l’80% dei detentori di competenze chiave potrebbe andare in pensione anche da subito, se volesse. Se dovesse accadere, ovviamente, sarebbe un grave problema per tutta la struttura americana, e, per induzione di effetti, anche per il contesto politico economico globalizzato.
Anche perciò Rosen chiama in causa tutta, ma proprio tutta, la comunità tecnologica, asserendo che il problema è decisamente generale. Ovverosia, non riguarda nemmeno solo gli utenti di sistemi Ibm e la loro associazione.
Dopo aver ricordato che ormai è pratica presso le grandi aziende It e quelle che fanno intensivo utilizzo di tecnologia, quella di richiamare in servizio come consulenti i tecnologi pensionati e di legare fortemente quelli pensionandi, ha citato il caso dei programmatori.
Secondo Rosen la categoria dei programmatori dovrebbe essere quella che nel giro di breve tempo risentirà del primo grande ciclo di skill shortage.
Va bene l’automatizzazione delle strutture informatiche, sostiene il presidente di Ibm Share, ma c’è anche bisogno di chi sappia mettere le mani sul codice. Gente che il codice lo conosce, insomma.
Per esempio, come fa notare Rosen, si registra una gran domanda di conoscenze del vecchio Cobol, mentre in giro le persone che lo sanno maneggiare sono numericamente scarse. E lo stesso potrebbe accadere a breve anche per OpenVms e Cics.
Come rimediare al problema? Per Rosen e per la sua associazione, la leva da azionare è quella del training e dei corsi per tenere vive le conoscenze.
Insomma, se una persona vuole andare in pensione ne ha tutto il diritto e ci mancherebbe che glielo si impedisca. Così come è perdente, nel senso di sistema economico, pagare due volte (pensione, più stipendio di consulente) un tecnologo pensionato. Meglio sarebbe portare la conoscenza verso altre menti, sostenendo un costo adesso, per beneficiarne in futuro. A meno che non si voglia far fare tutto a Bangalore.





