Cio a lezione da Agassi

Cambiate il lavoro se non volete cambiare lavoro. Questo l’invito a innovare del responsabile Sap ai Cio.

Un invito, una provocazione, uno stimolo, propaganda delle proprie soluzioni.
Le parole dette dal responsabile dei prodotti di Sap, Shai Agassi, al TechEd 05 di Boston, la conferenza per gli utenti che la casa tedesca sta tenendo in itinere (la settimana precedente era a Vienna), sono catalogabili sotto tutte queste definizioni.


Agassi, infatti, si è rivolto direttamente ai Cio, parlando loro da uomo a uomo e mettendoli in guardia dall’outsourcing con anche una certa dose di allarmismo da palcoscenico. “Non siete preoccupati dall’outsourcing? Male, dovreste esserlo” è la sostanza del messaggio trasmesso agli astanti.


Secondo il manager Sap, infatti, le correnti di cambiamento che stanno percorrendo il business, globalmente, avranno fra gli effetti anche quello di rendere obsoleti alcuni ruoli It, e pertanto non più giustificabili dai loro datori di lavoro.


A meno che, e qui sta la cura Agassi, i soggetti coinvolti non comincino da subito a pensare strategicamente in maniera diversa e, di conseguenza, agire diversamente.
Si, ma come?


Innanzitutto creando sistemi di misurazione che facciano capire quanto e come il dipartimento It di un’azienda sta effettivamente contribuendo ai processi di business di questa.


E poi (e questa è “forte”), il Cio non deve più essere visto come il capo della tecnologia, piuttosto come chi guida l’innovazione di processo. Da Cio a Cpio (Chief process innovation officer), insomma. È in tale posizione, infatti, che secondo Agassi chi oggi è Cio può prendere decisioni strategiche sui processi che riguardano tutta l’azienda e può finalmente trasformare l’It in una componente strategica del business. Finalmente, verrebbe da dire.


Il tema trattato da Agassi è da un po’ di anni sulle bocche di responsabili tecnologici, analisti, opinionisti e utenti. Il primo a parlarne, in maniera esplicita, come esplicito può essere un libro, fu Charles Wang, ceo di Computer Associates all’inizio degli anni 90, con il suo “Techno Vision”, un manifesto dell’It funzionale e paritetica al business. Ma difficilmente si è tradotto in qualcosa di reale.


Agassi lo sa e dice che questa è l’ultima chiamata. La pena è l’outsourcing dell’It, ovvero la scomparsa del ruolo del Cio, perlomeno in quelle imprese che non hanno saputo dare all’It il valore di business.


La trasformazione richiesta non sarà affatto indolore, e Agassi lo sa bene: necessita di parecchio tempo da investire con i responsabili di area di business per comprendere i loro processi e per uniformare il comparto It di conseguenza, se necessario tagliando gli sprechi e costruendo nuove competenze.


L’azione di auditing, oltretutto, potrebbe anche portare a una valutazione finale di bocciatura di una funzione It interna, se non funzionale agli obiettivi di business, quantomeno per la parte di operation. Un rischio, sicuramente, per chi oggi è Cio. Ma che, sostiene Agassi, “non deve tutelare il passato, ma il futuro”.


A valle di tutto questo, ovviamente, Agassi patrocina la propria infrastruttura Esa (Enteprise Service Architecture) come il fattore abilitante il cambiamento richiesto. Ma questo, lo sappiamo tutti, fa parte del marketing.

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