Boom dei navigatori in Italia

A ribadirlo è l’VIII^ edizione del Rapporto sulle tecnologie dell’informazione e della comunicazione in Italia redatto da Fti in collaborazione con il Cnel, dal quale emergono, però, ancora forti ritardi per quanto concerne diffusione di tecnologie 3G e investimenti da parte del Meridione

24 maggio 2002 Cresce più della media mondiale il mercato
dell’Information & Communication Technology nostrano, e con esso il numero
dei navigatori della Rete. A confermarlo è l’VIII rapporto sulle tecnologie
dell’informazione e delle comunicazione in Italia redatto da Fti – il Forum per
la tecnologia della formazione – con il patrocinio e la collaborazione del Cnel,
il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro. A quanto pare, infatti, il
numero dei fruitori del Web a fine 2001 avrebbe raggiunto quota 19 milioni,
rispetto ai 400mila utenti registrati a fine ’97, e superato Francia e gran
parte dei Paesi dell’Unione europea in termini di penetrazione. Il tutto
nonostante dall’indagine condotta in più nazioni emerga che i due terzi del 60%
dell’intera forza lavoro italiana che utilizza il pc non avrebbe, in realtà, mai
ricevuto alcuna formazione specifica.
Due le note che stonano in questo
scenario di crescita tecnologica.
Da una parte il ritardo registrato nel
settore della telefonia mobile, ancora ferma al traffico voce e al proliferare
dei brevi messaggi di testo, dall’altra il divario che – ancora una volta –
sembra contraddistinguere il Sud del Paese. Stando al Rapporto Fti-Cnel,
nonostante il Meridione rappresenti il 36% della popolazione nazionale e il 28%
del totale delle imprese italiane, il suo contributo in termini di spesa
complessiva nel mercato Ict non supererebbe il 15%.

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