Microsoft e i commercialisti: c’è spazio anche per il canale

La società replica all’accusa di avere dimenticato i partner nell’intesa raggiunta l’Ordine

La reazione di Microsoft all’accusa di avere dimenticato il canale nel caso dell’accordo con i commercialisti non si è fatta attendere. “Il canale rimane al centro dell’azione di Microsoft. Neanche in Fiat vendiamo direttamente”. Francesco Orrù, direttore mercato piccole imprese la prende alla lontana per poi arrivare al cuore del problema, l’accordo che garantisce a 49.000 commercialisti la possibilità di acquistare a prezzi agevolati i prodotti della società tramite Ipsoa e Misco e non tramite i partner. “Microsoft non ha l’autorità per entrare nelle scelte del cliente che è libero di scegliersi il rivenditore. Questo sistema poi permette gestire il controllo delle licenze”. In pratica, è la tesi di Microsoft, in questo modo si è ragionevolmente sicuri che i prodotti vadano solo a chi ha il diritto di acquistarli a certi prezzi (i commercialisti iscritti all’ordine). “Se così non fosse – aggiunge Orrù – il canale avrebbe sicuramente ragione a lamentarsi”. In realtà, prosegue, grazie a questi accordi creiamo uno stimolo per attivare un circolo virtuoso. Ipsoa e Misco non installano i prodotti, così come è possibile (ed è già successo con i notai) che dopo avere comprato Office gli studi professionali abbiano bisogno di altri prodotti e servizi che non rientrano nell’accordo. E che quindi passino dal canale classico. “E non detto che tutti i contatti con le associazioni professionali sfocino per forza in un accordo commerciale”. Microsoft, sostiene Orrù ha contatti con tutti ma spesso non si arriva a un’intesa commerciale ma ci si limita per esempio a occuparsi di formazione. Nel caso del distretto industriale di Belluno, poi, l’accordo con le industrie che si occupano della produzione di occhiali è andato a vantaggio di alcuni partner. Se poi una catena o un importante rivenditore volesse entrare a fare parte dell’accordo con i commercialisti non deve fare altro che contattare l’ordine e presentare la propria candidatura. Il consiglio comunque è di tenere d’occhio i commercialisti. Potrebbero avere bisogno di molto altro.

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