6 Cfo su 10 fanno Risk management

Ibm ha realizzato uno studio su oltre 1.200 Chief financial officer e Senior finance executive di 79 paesi per sondare l’attitudine a gestire l’impatto di un evento significativo di rischio. Il Global Cfo Study, condotto dalla Financial Management Prac …

Ibm ha realizzato uno studio su oltre 1.200 Chief financial officer e Senior finance executive di 79 paesi per sondare l’attitudine a gestire l’impatto di un evento significativo di rischio. Il Global Cfo Study, condotto dalla Financial Management Practice di Ibm Global Business Services e dall’Ibm Institute for Business Value fra la primavera e l’estate scorse è costituito per la maggior parte da interviste condotte da responsabili Ibm, mentre il resto è stato effettuato online con la collaborazione di The Economist Intelligence Unit.
Secondo i risultati dello studio, i Cfo stanno diventando sempre più i referenti del risk management all’interno delle aziende, condividendone la responsabilità con il Ceo: il 61% di loro è a capo di questi programmi, seguiti dai Ceo (50%), dai Chief technology officer (27%) e dai Chief risk officer (19%). La ricerca conferma le osservazioni secondo cui la globalizzazione offrirebbe nuove opportunità alle imprese, esponendole, però, a un aumento dei rischi. Esaminando l’ultimo triennio, infatti, lo studio ha scoperto che le aziende hanno affrontato una serie di difficoltà strategiche (32%), geopolitiche (17%), ambientali/sanitarie (17%), finanziarie (13%), operative (13%) e legali/normative (8%).

Nonostante l’importanza del risk management, molte realtà non possiedono un programma di gestione formale o strutturata dei rischi. In molte organizzazioni, la gestione formale del rischio è ancora immatura. Delle aziende che hanno affrontato un evento significativo di rischio nell’ultimo triennio, solo il 52% si è avvalso di un programma di risk management formale; solo il 42% degli interpellati svolge confronti storici per evitare il rischio e solamente il 32% definisce soglie specifiche di rischio, mentre il 29% crea piani e previsioni rettificati, tenendo conto della componente di rischio.

Lo studio conclude che, grazie alla superiore disciplina, le Integrated finance organization (Ifo) sono più flessibili, dinamiche ed efficaci nell’esecuzione delle attività e molto meglio posizionate per gestire il rischio. Sebbene si tratti di un elemento importante, meno di un’azienda su sette con un giro d’affari di oltre 1 miliardo di dollari ha la funzione Finance strutturata secondo i principi delle Ifo. Nel complesso, le Ifo appartengono ad aziende contraddistinte da superiori percentuali di crescita del fatturato, con un tasso di aumento composto annuo su base quinquennale del 18% rispetto al 10% delle aziende con organizzazioni Finance non integrate.

I dati dello studio indicano che i Cfo a capo di Ifo sono più proattivi nel supportare e gestire le iniziative di risk management rispetto ai loro colleghi di strutture non-Ifo. Il 60% degli intervistati ha affermato di verificare una maggior efficacia nella gestione del rischio, contro il 43% dei Cfo privi di Ifo. Lo studio ha determinato che le Ifo conducono le azioni nell’intero ambito aziendale in modo formale. Il 63% di loro conduce un regolare monitoraggio delle iniziative, contro il 49% delle non-Ifo. Infine, il 51% delle Ifo compie confronti storici dei propri dati, contro il 41% delle non-Ifo.

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