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5G, Huawei vuole un mercato più competitivo

La scorsa settimana il ceo di Huawei, Ren Zhengfei, aveva rivelato all’Economist di considerare la vendita a una società terza, occidentale, comunque non asiatica l’accesso alle proprie tecnologie 5G.

Un accesso affatto passivo: l’acquirente dei diritti su brevetti, licenze, codici, expertise, avrebbe la titolarità di modificare gli elementi di base dei prodotti e delle tecnologie.

Motivo dell’iniziativa, azzerare polemiche, tensioni, accuse e ritorsioni alle voci “spionaggio” verso il mondo occidentale e “minaccia alla sicurezza” che inficiano, per non dire bloccano, l’attività della società asiatica.

Un colpo ben assestato, oltre che ben remunerato, quello escogitato da Zhenfei, a tutte quelle istanze di inimicizia verso l’Occidente che Huawei ha comunque sempre rispedito al mittente, ma le cui conseguenze ha dovuto incassare obtorto collo.

Una lezione di liberismo da parte di Huawei, verrebbe da dire, e non estemporanea.

A distanza di una settimana, infatti, il tema è tornato di attualità nel contesto dello Huawei Connect, evento in corso a Shanghai.

A riportarlo in superficie è stato il chairman Ken Hu, che come riportano le cronache, ha definito la proposta del ceo di vendere l’accesso alla tecnologia 5G a una società occidentale un’iniziativa affatto sorprendente, ma in grado invece di dare una spinta alla competizione in un settore, che, invero, è ormai appannaggio di pochi fornitori.

La cessione darebbe più competizione su tutta la catena del valore, con ampi benefici sull’industria e i consumatori, incarnando un concetto che nei centri di comando dell’economia occidentale dovrebbe trovare ampio gradimento.

Lo sviluppo commerciale del 5G, ha sostenuto Hu, diventa possibile se si ha il controllo della tecnologia e del suo sviluppo e quindi se si fanno sparire dal tavolo i problemi relativi alla sicurezza. Anche se tutti questi problemi, sostengono da tempo in Huawei, non sono reali, ma nascono da supposizioni, dubbi, paure.

Bisogna comunque uscire da un empasse che limita lo sviluppo di un mercato che si consolida e rischia di diventare troppo oligopolista.

Meglio quindi dare accesso (remunerato) alla tecnologia 5G a chi può contribuire a uno sviluppo positivo, competitivo, libero, aperto e conveniente per tutti.

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