48, il numero del cloud computer

Un progetto di Intel “porta il core” oltre l’immaginazione. Attuale, perché Dick…

Se otto vi sembran tanti, figuratevi quarantotto. Stiamo parlando dei core che possono stare su un chip e, ovviamente, di Intel.
La scorsa settimana la casa di Santa Clara ha presentato un proprio progetto di cloud computer, basato su un chip capace di racchiudere in sé tutto il mondo che solitamente ha attorno.

48 core su un chip non sono oggetto commerciale o commercializzabile.
Quantomeno adesso. Per il prossimo anno Intel ha in animo di darne un centinaio di esemplari all’industria e al mondo accademico per vedere cosa si può fare. Sì perché l’idea di fondo ci potrebbe essere, ma è tutta da condividere. La strada da percorrere con il prototipo è idealmente tracciata, ma va assestata e asfaltata.

Stiamo parlando dell’evoluzione dell’interazione, di abilitare un interfacciamento fra uomo e macchina che esula dagli strumenti che abitualmente conosciamo e usiamo.
Il pensiero?
Fuochino. Più probabile la previsione comportamentale, affidata a computer (anzi, a cloud di 48 computer) capaci di sentire e vedere le cose come facciamo noi, e quindi di capirci.

Androidi?
Forse no, o forse non ancora.
E comunque non dipenderà da Intel, che pensa a metterci la potenza.
A qualcun altro toccherà il controllo.

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